Lo sguardo incuriosito della bimba tra le braccia della madre denuda la bellezza di questa foto, la svincola dall’anniversario e la mette in netto contrasto con la volgarità delle campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo 5 giugno.
Se pensiamo ai santini elettorali in rimbalzo negli ultimi mesi da un social network ad un altro, agli slogan arrugginiti, ai comizi fuligginosi o agli isterismi populisti che appartengono a tutti, mi vien da dire che i volti di oggi non hanno nulla da spartire con l’Italia settantenne che scelse la Repubblica.
La pigrizia latente dell’elettore medio, ridotta ad assenteismo a convocazione referendaria, schiaffeggia l’affermazione del diritto di voto quale più grande conquista dell’Italia Repubblicana.
Dall’altra parte la slealtà del candidato politico, disposto a denigrare l’avversario perché senza la colonna vertebrale di un vero progetto di impatto civile, deturpa l’impegno di coloro che settant’anni fa costruirono l’impalcatura dell’Italia Repubblicana.
Il 2 giugno custodirà per sempre l’immagine in bianco e nero dell’Italia che urlò Repubblica nel cammino verso la ricostruzione del Paese; la cialtroneria in vista delle elezioni amministrative del 5 giugno ci ricorderà che l’Italia, dopotutto, ricicla e maschera incrostazioni ideologiche in cancrena. Quanto vale accontentarsi del qualunquismo pur di continuare a campare?
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