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Archives Settembre 2008

Denti, la vendetta della “figa” al cinema

Pubblico e critica divisi a metà, nonostante il premio al Sundance Festival. Denti di Mitchel Lichtenstein (figlio del profeta della pop art) non è il banale teen movie che tutti pensano. E’ una sfuriata grottesca in stile horror per focalizzare il rapporto complicato tra adolescenti e sesso, sulla scia di un surrealismo che fa un baffo a Dalì, di uno splatter che stuzzica i primi film dei Cohen, di un vangelo di citazioni da far impallidire Tarantino (Evviva “Psycho” e “L’invasione degli ultracorpi”). A casa mia il sesso era un tabù: io e il mio compagno di banco delle medie ci siamo chiesti se le ragazze rosse avessero una peluria rossiccia! In una mattina di giugno ne abbiamo spiata qualcuna da sotto il banco e ci siamo dati una risposta. E se la “rossa” dei nostri sogni proibiti avesse avuto una vagina dentata? Al diavolo i falsi moralismi e le repressioni da scuola clericale: ci sarà pure una volta che sesso e sentimento si incontrano in un maledetto giorno speciale! E se questo non accade, ben venga la protesta della “figa”, sbandierando femminismo a più non posso. Ben venga la vendetta di Dawn (Jess Weixler è la biondina con cui tutti avremmo voluto passare una notte proibita da liceali) contro il dilagante arrapamento degli uomini di qualsiasi età e quell’assassino maschilismo che ancora mercifica il corpo della donna, annichilendo l’universo femminile. “Luisa, non è che stasera mi fai brutti scherzi? Magari ce l’hai cariata…”. Non è una citazione del film, ma la battuta cult del mio vicino di posto alla sua amorosa!

Precarie di Legnano, streap e sciopero su Youtube

E’ finita l’epoca delle “donne col megafano” o degli scioperi in stile urlatore. Il gentil sesso affila l’ingegno per sfuggire alla sindrome del precariato. Provate a fermare 11 donne che si sono “smazzate” per sei anni in un call center per l’Ospedale di Legnano (Va) e adesso si trovano con il culo per terra. Una norma del decreto Brunetta le penalizza, e così loro si mettono di fronte ad una telecamerina e in poche ore conquistano popolarità e solidarietà su You Tube. Purtroppo non è un reality-show dal tono rosa o piagnucoloso in stile Maria De Filippi, ma la realtà della vita: perdi il lavoro, hai famiglia da mantenere, nessuno ti ascolta, usi Internet. Adesso? Scatta lo streap e l’adunata di tutti i precari il 19 settembre per una protesta. Le 11 centraliniste sono pronte “a dare i numeri”, con uno spogliarello da rotocalco pur di riavere il posto di lavoro. Questo gesto mi fa sorridere e rilfettere. Con tanti culi e chiappe che si svendono in tv, per una volta lo streap ha un valore di forte impatto sociale. Prima che un giorno qualcuno li faccia arrossire mostrando un vecchio video, care mamme precarie, radunate pure i vostri figli per spiegare: “Qui non si tratta di un grillo per la testa o di un capriccio da diva da Playboy, ma di un gesto per difendere la giusta dignità”. Con tutta la solidarietà del popolo di Internet, speriamo che di questa dignità se ne ricordi pure il sindacato in Italia.