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Archives 2008

Gabriella Cilmi, nuovo pop italo-australiano?

Gabriella Cilmi è un nome tutto italiano. Le radio continuano a sbatterci in faccia un tormentone musicale: Sweet about me. Non assomiglia un po’ troppo a Amy Winehouse? Comunque, non diamole troppo addosso perché Gabriella è italo-australiana. Figlia di immigrati trasferiti all’estero, questa giovanissima ugola potrebbe dare davvero filo da torcere alle api regine del pop, anche perché ha come ombra un guru della produzione: Brian Higgins. Qualcosa Gabry lo deve anche ai suoi amici, che hanno messo su YouTube una versione del suo pezzo Sanctuary. C’è sempre il pericolo che la temperatura scenda improvvisamente e la febbre da pop resti soltanto un bel ricordo. Riuscirà la nostra Aussi a tenere lo scettro e ad affermarsi nella scena musicale dei prossimi anni?

Gianfranco Funari, l’ultimo show

Mi è sempre piacuto Gianfranco Funari: trasgressore incallito delle regole di dizione, sulla sponda opposta degli impettiti e buonisti conduttori televisivi; showman capace di mandare a diavolo l’imperialismo televisivo della tv pubblica e privata. Il suo look degli ultimi anni mi ricordava quello immaginario del capitano Achab, il personaggio letterario di Hemingway che osò sfidare Moby Dick. Sembra quasi un sottile gioco di parole, ma Gianfranco Funari, scomparso in punta di piedi all’età di 76 anni, ha davvero sfidato nella sua carriera televisiva  anche “la balena bianca”.Nonni, papà, mamme, casalinghe e giovani ribelli facevano zapping e incrociandolo sullo schermo si fermavano volentieri in sua compagnia. “La televisione è come la m…, bisogna farla ma non ascoltarla” è una delle massime da collezione del Funari polemico; lui che lanciava la pubblicità con la parola magica “Reclame”; lui che si era inventato il simpatico tormentone “Pronto, pronto, pronto, c’è, o non c’è, no,no,no, sì, sì, sì”; lui che ha trasformato il piccolo schermo in “una piazza popolare”. Quella piazza a volte è diventata “la nostra agorà”, così come per i Greci lo fu nella polis. Ci mancherai, Funari, e facendo zapping speriamo ancora di ritrovarti, polemico e irriverente come sempre.

Villeggiatura o vacanza da catalogo?

E’ arrivata l’estate. Il caldo afoso anticipato ci fa presagire che anche le stagioni non ne possono più dei nostri scempi ecologici ai danni di madre natura. Nell’epoca della globalizzazione, dove vige il culto della “vacanza breve di alta qualità”, si fa a gara a chi va immergersi nei mari più lontani. Adesso con Internet è ancora più semplice. Pochi clic, acquistiamo un pacchetto turistico su misura e siamo tutti felici e contenti. Atmosfera vacanziera o stress da vacanza?
Eppure c’è un termine, gettato nel dimenticatoio, che caratterizzava le nostre estati di tanti anni fa: la villeggiatura, ovvero “la permanenza a scopo di riposo e svago in località adatta”. Sfogliando il dizionario della lingua italiana, il significato di questa parola è molto chiaro. C’era una ritualità nelle partenze e negli arrivi che andava dall’affitto della casa a quello dell’equipaggiamento per l’auto con accortezza e meticolosità. Dove sono finite quelle piccole spiagge di provincia, affollate e rumorose, i nostri castelli di sabbia, le lunghe corse in riva al mare, gli sguardi sdolcinati pomeridiani degli innamorati, quelle brevi escursioni in canotto, le schizzate d’acqua salata, quei tuffi ridicoli a pochi metri da riva, i ghiaccioli sciolti al sole o i canti notturni delle cicale che accompagnavano i nostri sogni beati? Dove sono finite le voci campanulate delle nostre mamme e delle nostre nonne che ci invitavano a rincasare perché il pranzo era pronto? Tavole imbandite, profumi indimenticabili e una folla di amici e parenti. Niente albergo, niente pensione o mezza pensione, ma soltanto villeggiatura. E se fosse soltanto un capriccio nostalgico? Tuttavia, con la consapevolezza che la nostalgia di un trentacinquenne è più patetica di quella di un sessantenne, una riflessione trova sempre la sua buona giustificazione nel passato o nel presente. Buona villeggiatura, anzi pardon, buone vacanze con la speranza che le vostre non siano “da catalogo”.

Ringo Starr

Liverpool 8
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Ringo Starr mi è stato sempre fatica… alla fine ho scelto questo ultimo singolo! Nel luglio del ’92 stavo per andare al suo concerto alle Terme di Caracalla. Mentre ero in stazione, dalla radio vola la notizia che l’evento è stato annullato. Che sfiga! Il mio amico è andato a chiedere il rimborso, ed io mi sono consolato col fatto che il giorno dopo sarei partito per New York!

Paul McCartney

My Brave Face
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Tra le canzoni di Paul McCartney ho scelto questa. Per un motivo: fa parte dell’album Flowers in the Dirt ed è legato al mio primo concerto. Il 24 ottobre 1989 ero al Palaeur di Roma per godermi l’esibizione dell’Ex-Beatle. Ci sarei andato anche se i miei non vi avessero dato il permesso… Quella sera non la dimenticherò mai

George Harrison

My Sweet Lord
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Quando ho ascoltato questo brano, tratto dall’album “All Things must pass”, ho capito che George Harrison era stato una grande risorsa per i Beatles. Nel suo percorso da solista ha tirato fuori davvero una grinta musicale senza precedenti!

Ma quale privacy?

Siamo asfissiati dalla salvaguardia della privacy: nella quotidianità ci ricordano che dobbiamo rispettare le norme.E il cittadino chi lo tutela? Eppure continuiamo ad essere spiati da telecamere in strada, mentre sul web succede il finimondo. L’Agenzia delle Entrate si è permessa di spiattellare in rete i redditi degli italiani, mentre gli sciaccalli di Internet ne hanno subito approfittato. Il quotidiano Il Messaggero ci informa che alcuni giorni fa “un dipendente di un comune della Toscana è stato iscritto nella lista degli indagati per aver venduto on line al prezzo di 20 euro una copia della dichiarazione dei redditi del 2005”. E gli italiani? Una parte ha già dimenticato, un’altra si è affidata alle associazioni dei consumatori per chiedere i danni. E i Vip? Qualcuno ha fatto la faccia storta per la delusione innescata. Pensate al popolo dei “grilli parlanti”,dopo aver scoperto che Beppe Grillo guadagna più di quattro milioni di euro all’anno. Niente paura: i fedelissimi hanno trovato l’escamotage per difendere il profeta dei blog!

John Lennon

Imagine
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Nel 1989 mi hanno registrato una cassetta con diverse canzoni. La prima del lato A era “Imagine” di John Lennon. Ho tradotto il testo, è stato un fulmine a ciel sereno. Da allora tutto il canzoniere di Lennon ha accompagnato la mia adolescenza.

I Beatles

The Beatles -Let It Be
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E’ una canzone che dovrebbe conoscere chiunque… e le composizioni dei Beatles appartengono davvero a tutti. Ho scovato l’album “Let It Be” in uno scaffale di un piccolo negozio a Ramsgate, nel Kent inglese. Era il 1988 e da allora quei quattro sono entrati nella mia vita.

Antonello Venditti

Antonello Venditti
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Il primo concerto di Venditti è stato nel settembre del ’92. L’ho conosciuto in un paio di occasioni, ma è una persona abbastanza burbera. “Notte prima degli esami” è stata la colonna sonora della mia maturità, ma anche della mia laurea. Mi entusiasma il Venditti degli anni ’70 e ’80, meno quello degli anni ’90. Quello recente? Non mi appartiene…