San Valentino, festa degli innamorati o del business?
C’era una volta un rito pagano a cui partecipavano i romani, rendendo omaggio al dio Lupercus. La ricorrenza prevedeva che uomini e donne fossero messi in un’urna e mescolati, vivendo in intimità affinché si realizzasse la fertilità. Nel V sec. d.C. la Chiesa tolse dal calendario questa usanza blasfema e piazzò il 14 febbraio la festività dedicata a San Valentino, il vescovo martire morto nel 273 d.C. Secondo il gossip di allora si era innamorato di una giovane fanciulla in carcere prima di morire. La città di Terni custodisce le spoglie di Valentino ed ogni anni centinaia di coppie si recano lì per una paticolare benedizione. Tante leggende ruotano attorno alla festa degli Innamorati, peccato però che quasi nessuno sappia le origini di questo giorno. Una trentina di anni fa ho visto mio padre tornare a casa con un tubo di baci Perugina e da quel momento ho conosciuto la festa di S. Valentino. Il giorno dopo ho rubato un cioccolatino a mia madre e l’ho portato alla mia amichetta del cuore! Un gesto tenero che oggi si perderebbe tra le onda del business. Il 14 febbraio è diventato negli ultimi dieci anni una spericolata ricorrenza commerciale e tutti vi finiscono per esserne vittima. Io mi accontento di un cioccolatino a forma di bacio accompagnato da un bel libro o un cd musicale, alla faccia di chi pensa che anche un batticuore sia al servizio degli affari.