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Archives 2022

La morte di David Sassoli non è un concerto. Parola di Taffo!

Totò recitava nei suoi famosi versi che “la morte è una livella”, o meglio ci rende tutti uguali. Taffo, l’agenzia di pompe funebri acclamata in Rete per il suo “black humor marketing”, punta il dito contro i VIP Politici che hanno spalmato sui social il loro addio a David Sassoli con tanto di foto ricordo.

RAGA, NO. NON E’ UN CONCERTO

Chissà se la scelta di cattivo gusto – e poi vedremo che daranno la colpa al fantomatico social media manager di turno – finisse tra le mani di un regista alla Tim Burton, fosse il soggetto per una sceneggiatura horror di alto profilo istituzionale. L’umorismo black dello stregone social Riccardo Pirrone questa volta ha fatto davvero centro, a pochi giorni dall’elezione del nuovo Presidente della Repubblica: proprio alcuni nomi noti, in balia tra accordi e disaccordi sul prossimo Capo dello Stato, sono finiti nell’occhio del ciclone.
Altro che tiratina d’orecchio, non basterebbero neanche le sculacciate vecchio stampo. Qui non siamo a un concerto – come urla Taffo sulla pagina Facebook – ve ne siete accorti?

SOCIAL, APPARENZA E CASCAMORTI

Stringendoci nel dolore per la dipartita prematura dell’ex giornalista del TG1 e Presidente del Parlamento Europeo, balza all’occhio il commento di Laura: “Si è perso ogni senso della dignità, del rispetto ed empatia verso i familiari e pure anche del buon gusto. Le apparenze. Per certe persone ormai valgono solo quelle e purtroppo i social hanno aiutato molto questa deriva morale.”
I cascamorti che si sono fatti “immortalare” con il defunto dovrebbero per penitenza imparare a memoria ‘A livella di Antonio De Curtis perché “‘Nu rre,’nu maggistrato,’nu grand’ommo, trasenno stu canciello ha fatt’o punto c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme: tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?“.

Il dubbio nasce dall’orrore: nessuna foto ricordo se in quella bara ci fosse stato l’ennesimo operaio morto sul lavoro? Amen.

Nel 2022 alleiamoci con il Presente

Omicron, recente variante del Covid, ci ha fregato un’altra volta. Pensavamo che il 2022 ci avrebbe portati a stappare lo spumantino messo da parte per tornare a rincorrere il futuro. Macchè, gli antichi romani – vi dice niente Publilio Siro – avevamo l’occhio lungo: “Il giorno che segue ricorda la lezione del giorno che lo ha preceduto.”

AFFANNI E FUTURO

Neanche due anni infernali di pandemia ci hanno messo alle strette tra lockdown, zone rosse, vaccini e tamponi. Niente, la corsa affannosa verso il futuro è più forte di tutto. Le agende e i calendari inbevuti di progetti finiranno per essere reperti archeologici?
Ci abbiamo messo una vita intera per fare di ogni minuscolo bene prezioso qualcosa di scontato: andare a trovare un amico, camminare liberamente per strada, guardare un film al cinema, mettersi su un treno e partire, accompagnare nostro figlio a scuola, abbracciare una persona che non vedevamo da tempo per il solo gusto di intrattenerci con noiose chat.

SENZA GLI OCCHI BENDATI

Con l’anno nuovo in cima ai buoni propositi ci dovrebbe essere quello di attraversare il presente senza gli occhi bendati, per dirla alla Kundera. Non accontentiamoci di indovinare ciò che stiamo vivendo, aspettando che ci tolgano le protesi per capire cosa ci perdiamo nel percorso.
Quasi vent’anni fa, un lungo viaggio di 6.000 chilometri dalla West alla East Coast americana mi diede una gran bella lezione da spostare nella vita di ogni giorno: per il vero viaggiatore deve contare il tragitto e non la destinazione.


BUONI PROPOSITI

La libertà vigilata di questo tempo pandemico dovrebbe aiutarci ad esternare gratitudine verso il Presente. Un proposito per questo 2022? Occuparci del Presente, di ogni suo istante, rendendolo nostro alleato nella vita di tutti i giorni e senza scadenze guastafeste.
Ahimé, dimenticavo che i buoni propositi durano il tempo di un brindisi. Cin, cin.