Castellammare dice no alla minigonna. E la cintura di sicurezza?
Ci risiamo. Quando tira aria di ridicolo proibizionismo in Italia, mi scatta la risata facile. Castellammare di Stabia fa la bigotta e dice no alla minigonna. Insomma, il comune senso del pudore del falso Belpaese democristiano ritorna nella città campana: al di là che si mortifichi un simbolo socio-politico del movimento femminista, non mi sembra che un bel paio di gambe in vista possano essere la nostra preoccupazione. Una scelta per offrire più sicurezza alla comunità dai maniaci o dagli eventuali guardoni?
L’ultima volta che sono passato da quelle parti, ovunque mi girassi c’erano persone in auto senza la cintura di sicurezza. Niente di nuovo, perchè a Napoli e dintorni è un optional e chi la mette viene pure considerato “il fesso della situazione”. Anzi, di recente ho scoperto l’ennesimo escamotage per evitare “il fastidioso suono” delle auto di ultima generazione che ti ricorda di metterla. Il Bip-Stop,una linguetta che si infila al posto della cintura, dovrebbe essere venduto esclusivamente a chi è esente dall’obbligo di indossarla (Articolo 172 del codice della strada). Peccato che ogni napoletano che si rispetti ha la sua coppia di questo curioso aggeggio e poi infila la cintura soltanto in prossimità del posto di blocco. A questo punto mi chiedo: è più pericoloso un esercito di automobilisti che non si attiene alle normative di sicurezza o uno squadrone di belle ragazze in minigonna?
Ecco come alcune forme di censura si tramutano in buffonate, per l’appunto. Da bambino, per qualche anno, volevo fare il vigile urbano. Se si fosse avverato il mio sogno, mi metterei a caccia di tutti gli strafottenti che non hanno capito l’importanza della cintura di sicurezza, ma fischierei a go go tutte le ragazze in minigonna, sperando di non perdere il posto di lavoro.
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