Questo è il lasso di tempo che ha permesso al terrorismo della jihad di affilare le armi e tornare a colpire l’Europa in due punti nevralgici, l’aeroporto e il metrò della capitale belga, a pochi passi dal Parlamento Europeo. I terroristi schiacciano il pulsante del rewind e scatta l’incubo di Madrid 2004.
La risposta dell’ISIS all’arresto di Salah Abdeslam, uno dei responsabili degli attacchi di Parigi di novembre, è giunta rispettando i tempi canonici di una pellicola che mischia thriller e film dell’orrore.
Non mi hanno impressionato né il fanatismo dei kamikaze né tanto meno le minacce dell’Isis, pronta a continuare questa sporca e sanguinosa guerra a viso scoperto. Per me il pugno allo stomaco è stato assistere al germoglio del seme dell’odio nei piccoli orti dei social network: “Un nostro morto vale mille dei loro. Basta stare a guardare”.
Mi vien da dire che con questo atteggiamento ci arrendiamo con viltà al terrorismo che vuole piegare fino allo sfinimento le nostre democrazie: Bruxelles dopo Parigi; Parigi dopo Tolosa e Madrid. Questa volta non basterà accendere i monumenti delle capitali con i colori del Belgio. L’Unione Europea dovrà dimostrare con azioni congiunte ed efficaci che non è un’accozzaglia di staterelli in piena lotta fratricida.
Noi, dall’altra parte, dobbiamo continuare a seminare civiltà nel nostro quotidiano, nel nostro piccolo, senza regredire verso quella forma di odio o, peggio ancora, verso la meschinità di alcuni nostri politici che, giocando al gatto e alla volpe, trovano sempre il modo insidioso per strumentalizzare il dolore.
La tentazione di barricarci in casa fa la prepotente appena si insinua il dubbio: dopo Bruxelles a chi toccherà?
Dopo Parigi abbiamo smesso di sentirci sicuri nei luoghi del vivere da persone normali, al ristorante così come allo stadio. Dopo Bruxelles, mettiamo nero su bianco il prezzo della nostra vulnerabilità. La cambiale da versare è più alta di quanto ci faranno credere.
Sessantacinque giorni in viaggio nel Sudest asiatico mi tornano in mente uno per uno nel…
Michaela (DePrince all'anagrafe americana) non abbiamo sentito il tuo ultimo passo di danza perché troppo…
Addio ad Alain Delon (1935-2024), il principe della bellezza al cinema, tra polemiche, faide ereditarie…
Netflix, la piattaforma americana di streaming più famosa del pianeta, ha frantumato il perimetro del…
I 20 anni di Facebook dovevano ridursi al passaggio del vecchio "libro delle facce" delle…
IL Festival di Sanremo è sempre stato caratterizzato dalla melodia fin dalla sua età della…
This website uses cookies.