Biglietti troppo cari e la crisi dei mega concerti
Il mio primo concerto lontano da casa risale al 1989. Avevo 15 anni e Paul McCartney al Paleur di Roma è stato per me l’apripista di centinaia e centinaia di live, visti per passione e poi per lavoro. Negli anni ’90 in Italia riuscivi a sacrificarti per un biglietto a costi ragionevoli, ma poi con l’arrivo dell’euro i prezzi sono saliti alle stelle, soprattutto quelli dei mega concerti. La crisi planetaria dell’industria discografica ha portato gli artisti e i management a fare una scelta obbligata: perdiamo da una parte, ma recuperiamo dall’altra. Un Keith Jarrett alla Scala di Milano o un David Gilmour a piazza San Marco a Venezia possono pure valere 250 euro. Bisogna essere “malati cronici” per tirar fuori tutti questi soldi? Tirando la corda, prima o poi si spezza. Ed è accaduto questa estate tra diverse date annullate o biglietti invenduti. E i sold out annunciati? Quelli lasciano il tempo che trovano e sono “lo specchietto per le allodole”. C’è una via di scampo? Puntare alla formula last minute e sperare che qualche ora prima del concerto ci sia una svendita in atto. E’ successo alle recenti tappe milanesi dei Depeche Mode e U2 con biglietti acquistati tra i 10 e i 30 euro. Nonostante l’euforia mediatica, persino Madonna in Italia non riesce a fare il tutto esaurito: per la dea del pop a Milano sono rimasti più di 20.000 biglietti invenduti, mentre la tappa di Udine del 16 luglio fa registrare dati ancora più sconfortanti! Un fan di Veronica Ciccone mi ha confessato: “Con il budgest da investire per vederla a Roma due anni fa, ho pagato un volo a/r per Parigi, una notte in albergo e il biglietto per la tappa francese”. Mi sembra un’altra via d’uscita per scampare i soliti ricatti all’italiana e dare un nuovo senso ai nostri viaggi lampo in Europa. Il 24 agosto lady Madonna sarà a Belgrado e il biglietto più economico costa 32 euro… Facciamoci un pensierino per riannodare il fascino dei Balcani alla musica pop trasgressiva e visionaria!
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