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Brunetta e l’assenteismo da “statale”

brunetta150Tutti si lamentano, ma poi quando si passa all’azione qualcuno grida al “terrore”. In Italia c’è aria di bizzarro proibizionismo da una parte, ma dall’altra è giusto che si prendano seri provvedimenti nei confronti dell’ingiustificato assenteismo da lavoro. Emblematico è il recente scandalo a Portici, dove sono finiti in manette 36 dipendenti del comune della città campana. Tutti puntano il dito contro il ministro Renato Brunetta e la sua rivoluzione per arginare la decadence del lavoro pubblico in Italia. Mi pare di capire che qualche dato c’è e non si può fingere di ignorarlo: a gennaio le assenze per malattia nei comuni sono calati del 30%, per non parlare delle scuole dove gli insegnanti adesso ci pensano due volte prima di fingere di “far alzare il termometro”. Anche il cambio di orario della visita fiscale ha sortito il suo effetto, anche se qui il provvedimento andrebbe rivisto con alcune eccezioni. Boomerag Brunetta insomma, alla faccia del Belpaese che cazzeggia, nel rispetto di chi un posto di lavoro non lo ha mentre i sindacati stanno a guardare. Se questo assenteismo ad oltranza fosse stato coccolato dai sindacati italiani, sarebbe un oltraggio puzzolente e “cacoso” nei confronti di chi la mattina si alza e si reca sul posto di lavoro con serietà ed impegno. 

No al proibizionismo del Belpaese!

sesso-auto150Si sa che qualche vizio  lo abbiamo pure noi italiani. E adesso nei giorni grigi di crisi economica vogliono toglierci pure quello. Il piacere di passeggiare a Roma in piena notte, lasciarsi prendere da un languorino allo stomaco e mettersi a caccia di una cornetteria aperta. Chi di noi è disposto a rinunciare ad un cornetto caldo o ad una cremosa “bomba al cioccolato”? Io assolutamente no! Su Facebook esplode la rivolta per fermare una bizzarra delibera di Alemanno che “vieta ai laboratori artigianali di restare aperti oltre l’una di notte”. Una quindicina di anni fa ero a notte fonda nella zona di Ottaviano solo e sconsolato. Ad allontanare la tristezza fu il profumo dei cornetti che venivano fuori da una bottega della capitale. Se poi mi allungo ad Eboli, in provincia di Salerno, la situazione diventa ancora più surreale. Il divieto di “effusioni d’amore in pubblico”  ci nega il piacere di “pomiciare” in pubblico. Noi rampanti giovani del Sud eravamo più svantaggiati rispetto ai coetanei del Nord, che rimediavano un comodo monolocale. Io come tanti altri ci accontentavamo dell’auto fregata a papà: sono passato dalla 127 alla Panda, per poi essere promosso nel salotto della Tipo! Se avessi l’età giusta da “pomicione” e vivessi ad Eboli, mi sentirei la persona più sfigata del Belpaese: al verde per affittare una romantica camera vista lago, senza auto e con la “morosa” che mi guarda in cagneco. Facciamo qualcosa prima che questo spicciolo proibizionismo diventi irrimediabile dittatura!

Facebook, roba da fancazzisti?

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Facebook ci ha rincretiniti tutti. E per la festa della donna (godetevi questo 8 marzo!) chissà quale altra diabolica trovata ci siamo inventati al posto di una mimosa. Facebookkiamo troppo e sprechiamo tempo prezioso. Alzo la mano e confesso i miei peccati: anche io sono vittima del social network più famoso del pianeta! Fermi un attimo… riflettete guardando questo video divertente e buona festa della donna!

Gioielliere e tabaccaio, condannati per essersi difesi

rapina1501Nel 2003 Massimo Mastrolorenzi era finito sulle cronache di tutti i giornali, non per l’attività di gioielliere, ma per aver sparato ai due rapinatori. La condanna è arrivata e così l’uomo si è tolto la vita. Al di là del suicidio – secondo le autorità è un atto di gelosia per niente legato alla tragica vicenda – colgo l’occasione per fare una riflessione. Mastrolorenzi ha ricevuto solidarietà ovunque, persino su Internet, per un atto di legittima difesa. Oltre al danno, il tentativo di difendersi da due malvimenti, ci sarebbe stata anche la beffa in caso contrario: i due ladruncoli l’avrebbero fatta franca e il povero commerciante sarebbe stato l’ennesima vittima. Come funziona la giustizia in Italia? Se ci spostiamo da Roma a Milano incrociamo un altro episodio simile: il tabaccaio Giovanni Petrali è stato condannato recentamente a un anno e otto mesi per aver sparato ai due rapinatori. Situazione simile, stessa mala sorte. Insomma niente eroismi nel Belpaese truffaldino e così per stare tranquilli occorre farsi mettere i piedi in testa. Niente giustizia “fai da te”, tanto certi farabutti la faranno sempre franca e noi saremo condannati a stare a guardare. Sono perplesso e concludo con un commento di un lettore lasciato il 13 febbraio sul sito Corriere.it: “Giustizia?In Italia è consentito la difesa delle banche con armi da fuoco (infatti ci sono i vigilantes armati), ma si arresta chi difende la sua proprietà o la sua vita. Ma se i rapinatori passavano chiaccherando davanti alla tabaccheria sarebbero stati uccisi, oppure nessuno gli avrebbe sparato ?? E’ sbagliato farsi giustizia da soli, ma mi sembra che sia l’unica possibilità di averla”.

Eroe, darsi fuoco per finire su Youtube?

fuoco150A Torino due adolescenti si sono dati fuoco con la benzina per finire su YouTube. Non avevano in mente alcun gesto eroico o ideologico, bensì la brama di diventare eroi della rete. L’amico era pronto a riprenderli con un telefonino e a caricare il video sul social network. La vicenda è drammatica perché in giro si moltiplica un isterismo da reality show, traslocando dalla televisione ad Internet. Molte insoddisfazioni dei bassifondi della vita privata si insediano appena siamo davanti al pc. Per alcuni è all’ordine del giorno seguire la vita privata di sconosciuti o conoscenti, curiosando su Facebook o Twitter. Ci dà veramente soddisfazione far parte di una combriccola virtuale, in continua espansione, a cui dobbiamo raccontare i fatti nostri per sentirci reucci e reginette del web? Tornando alla vicenda dei due studenti ustionati, ma fuori pericolo, mi viene da fare un appello ai genitori e ai professori, che dovrebbero tornare ad essere “educatori” e non propagatori di “sterili nozioni”. I nostri ragazzi non hanno ancora compreso il significato di “eroe” perché sono accecati dai miti fasulli di questi giorni grigi. Basta fare zapping in tv e ce ne sono davvero a bizzeffe. Cosa facciamo per arrestare questa tendenza? I miei eroi erano altri. Ne ho ritrovato uno ieri sera, a luci spente nel mio soggiorno. Mentre Giorgio Gaber cantava un gioiello del suo teatro-canzone, mi è tornato in mente il nostro ultimo incontro. In quel camerino di un teatro avevo capito che gli eroi non esistevano soltanto nei libri di storia, ma anche nella realtà di tutti i giorni.  

Imprevisti a San Valentino

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La maggior parte delle coppie si è data da fare per il rituale regalo di San Valentino. Guai a lasciare il proprio partner a bocca asciutta il 14 febbraio. La festa degli innamorati potrebbe essere fatta di qualche imprevisto di troppo e così in rete si scova spesso qualcosa di divertente per scampare la monotonia! Ecco spuntare il simpatico video virale “Abbiamo previsto ogni imprevisto” che Europ Assistance ha messo in rete per il lancio web del nuovo prodotto Eura casa. Sono davvero simpatici i due interpreti. Chissà che Facebook non faccia qualche miracolo per aiutarci a trovarli, a scoprire la loro misteriosa identità. In una coppia è meglio non metterci il dito, ma qualche “imprevisto” può spezzare la routine. E speriamo senza far danni!

San Valentino, festa degli innamorati o del business?

san_valentino150C’era una volta un rito pagano a cui partecipavano i romani, rendendo omaggio al dio Lupercus. La ricorrenza prevedeva che uomini e donne fossero messi in un’urna  e  mescolati, vivendo in intimità affinché si realizzasse la fertilità. Nel V sec. d.C. la Chiesa tolse dal calendario questa usanza blasfema e piazzò il 14 febbraio la festività dedicata a San Valentino, il vescovo martire morto nel 273 d.C. Secondo il gossip di allora si era innamorato di una giovane fanciulla in carcere prima di morire. La città di Terni custodisce le spoglie di Valentino ed ogni anni centinaia di coppie si recano lì per una paticolare benedizione. Tante leggende ruotano attorno alla festa degli Innamorati, peccato però che quasi nessuno sappia le origini di questo giorno. Una trentina di anni fa ho visto mio padre tornare a casa con un tubo di baci Perugina e da quel momento ho conosciuto la festa di S. Valentino. Il giorno dopo ho rubato un cioccolatino a mia madre e l’ho portato alla mia amichetta del cuore! Un gesto tenero che oggi si perderebbe tra le onda del business. Il 14 febbraio è diventato negli ultimi dieci anni una spericolata ricorrenza commerciale e tutti vi finiscono per esserne vittima. Io mi accontento di un cioccolatino a forma di bacio accompagnato da un bel libro o un cd musicale, alla faccia di chi pensa che anche un batticuore sia al servizio degli affari.

Napoli, facci sognare almeno allo stadio!

napoli150Non sono un tifoso incallito né uno sportivo, ma quando gioca il Napoli in tv mi fermo con entusiasmo a vedere la partita. E’ un modo per far tornare a galla il napoletano sanguigno che c’è in me. E’ vero che la squadra partenopea si  è giocata ai rigori con la Juventus la possibilità di andare in semifinale per la Coppa Italia, ma ha lanciato segnali positivi per essere il grande Napoli di una volta. I tempi di Maradona? Non credo che quelli ritorneranno più, ma ci sono i presupposti per tornare a dominare in campo. La città ha sempre visto nella squadra azzurra un solido riscatto dalla problematiche sociali. E’ accaduto ai tempi del Napoli di Ferlaino così come oggi con quello di Reja. Nei giorni in cui l’antica Neapolis è rappresentata da amministratori irresponsabili e da un Sindaco che dovrebbe dimettersi, mi solleva vedere una gioventù calcistica che dà l’idea di cambiamento. La restaurazione bassoliniana di facciata è da un pezzo sul viale del tramonto, nonostante c’è chi si ostina a credere il contrario. Una coppa o uno scudetto a breve darebbero ai napoletani un sospiro di sollievo, con o senza la complicità miracolosa di San Gennaro . Che almeno allo stadio il cielo torni ad essere azzurro perché Napoli non sia solo “gomorra” o “corruzione”.

Eluana, non staccate la spina!

eluana150Cosa si fa quando una donna è in coma da 17 anni? Si continua a sperare o si finisce tra le grinfie della rassegnazione. Il padre di Eluana Englaro ha detto basta. Non ne può più di vedere la figlia in quelle condizioni ed ha deciso di mettere fine ad una vita in stato vegetativo. La scelta ha sollevato un polverone ed è finita in tribunale. Questione etica, sociale, religiosa e persino politica? Eluana è stata trasferita all’ospedale di Udine e questo dovrebbe essere l’ultimo viaggio. E’ difficile prendere una posizione e si finisce per restare in silenzio. Magari mentre scrivo questi pensieri, qualcuno sta già staccando la spina, ma io non ce la faccio. E’ lo sgomento a rapirmi, pensando a questa ragazza mai conosciuta, con cui ho condiviso a distanza un pezzo della mia vita. Eluana è andata in coma quando mi sono diplomato. La mia vita è mutata, io sono cresciuto, ho qualche capello bianco, mentre Eluana è rimasta ferma lì, immobile, in bilico tra la vita e la morte. La speranza non può diventare cenere in un falò, anche quando l’alta marea si tramuta in disperazione. Per favore, non staccate la spina ad Eluana. Per alcuni i miracoli sono fandonie, per altri un mistero divino. Lasciamo al Creatore il sacrosanto diritto di donarci o fermare la nostra vita. Per favore, non staccate la spina perché Eluana è ancora viva.

Barbie, 50 anni da diva dei giochi

barbie150Non so se ci sia stata una volta in cui noi maschietti abbiamo invidiato le femminnucce durante i giochi d’infanzia. Forse una volta sì: quando le vedevamo giocare con Barbie, la bambolina di plastica della Mattel che ha fatto compagnia a più generazioni. Noi ci consolavamo con Big Jim, mezzo agente segreto della stessa Mattel, ma Barbie era Barbie. Non pensiamo mai che anche una bambola possa festeggiare il compleanno. Quando ci dicono che ha 50 anni, pensiamo ad una bella signora di mezza età (Leggi lo speciale!). Invece per lei non è andata così: sempre giovane, affascinante e seducente, senza mai aver speso un soldo da un chirurgo estetico! Qual è il modo più originale per festeggiare l’evento? Tirare giù dall’armadio la vostra Barbie preferita e i suoi accessori. Ricordo che mia sorella e le amiche organizzavano delle mini sfilate di moda pur di farle gareggiare in passerella. Io non ho una Barbie, ma diversi anni fa sono entrato in un ipermercato e ne ho comprata una. Era la vigilia della Befana ed una cassiera mi ha detto: “Ottima scelta per sua figlia”. Quella Barbie era per “mia figlia che verrà” ed ha un significato speciale, un regalo che lega la memoria al futuro, il passato dei miei giochi sognanti e il futuro di una bimba che spero arrivi presto. Intanto, buon compleanno a te, Barbie! 

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