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X Factor, vince “il mieloso” Matteo Becucci ma l’Italia tifa per i Bastardi!

matteobecucci_xfactor150Che cosa potevamo aspettarci da una domenica sera in tv su Raiuno? Il Belpaese poltronaio è riuscito a trasformare con i giochi di prestigio del televoto un trampolino di lancio come X Factor nell’ennesimo tonfo della giostra musicale della tv generalista! Ha vinto Matteo Becucci, ha vinto il “bacchettone belloccio”, ha vinto la scontata melodia all’italiana grattuggiata da sempre. Chi negli anni ottanta era sintonizzato sul Festival di Sanremo con le canzoni mielose di Christian – ve lo ricordate il ricciolone  che ha incanto le nostre mamme con Abbracciami amore mio e Cara? – ha preso un abbaglio ed ha ritrovato un figlio legittimo di quella canzonetta all’italiana. E basta con la solita storia. Il jolly ce lo avevamo a portata di mano e si chiamano Bastard Sons of Dioniso.  Chi più di loro, dopo la performance strepitosa con Elio e le storie tese, avrebbe meritato di vincere la seconda edizione del talent show? L’Italia che apprezza l’alternativa al solito tam tam musicale, si è accorta dei nuovi moschettieri della Valsugana. Sono loro ad essere stati eletti a furor di popolo perché funzioneranno dal vivo. Se avranno tra le mani pezzi validi, saranno anche un buon successo discografico.  Nell’ultima puntata promossa su Raiuno, Morgan è stato troppo quieto per i miei gusti. Da chi è stato addomesticato? Jury sopravviverà imparando a scrivere altre canzoni belline e Matteo finirà nel dimenticatoio dei ricordi riciclati. Il vero souvenir da tenere stretto in questo X Factor 2009 sono loro, i Bastard Sons of Dioniso. Il fato bacia sempre gli esclusi e, per fortuna, questo succede anche nei tempi folli del Televoto!

Briciole, la rivincita di Noemi

noemi2150Diciamoci le cose come stanno. Simona Ventura continua a giocare all’incompetenza musicale e, nella semifinale di X Factor, butta fuori Daniele Magro. Jury continua a fare figuracce e riesce a spuntarla per la finale del talent show di Raidue. Tuttavia, a mettere in ombra gli altri c’è Noemi, “imgiustamente squalificata”, che a inizio puntata ha cantato da ospite il nuovo singolo Briciole. Non c’è bisogno di attendere il primo album (in uscita il 24 aprile) nè guardare i dati di iTunes (Briciole è il pezzo più scaricato!) per capire che la ragazza ha stoffa ed è migliorata tecnicamente. A parte la mia cottarella iniziale per i Farias, io continuo a sostenere Noemi e The Bastard sons of Dioniso. La band dell’Alta Valsugana ci ha regalato una bella cover di Elvis e sono convinto che dal vivo farà furore! Piccolo appunto: ho apprezzato la jam session all’Alcatraz di Milano per aiutare i terremotati dell’Abruzzo. La sarabanda di X Factor – in rete circolano alcuni spezzoni del concerto – è riuscita a trasmettere entusiasmo e solidarietà. Adesso aspettiamo la finale, sperando di non avere brutte sorprese. Che lo scettro sia dei Bastard e Noemi assapori  il successo di Giusy Ferreri!

X Factor, ripescate Noemi e buttate fuori Jury!

jury150Qualche tempo ha ho scritto un post in cui criticavo Noemi per l’interpretazione di “La costruzione di un amore” di Fossati. Questo non significava che la sua voce non fosse interessante. Continuo a tifare per i Bastardi (ho la febbre da marketing musicale!), ma ho trovato un’ingiustizia l’esclusione di Noemi da X Factor. Piuttosto è Jury che dovrebbe tornarse a casa: non sa cantare in italiano (quando inizia un corso di dizione?), predilige un repertorio straniero ed è stato allenato da un trainer che di musica non ne capisce niente: Simona Ventura.  L’unica osservazione utile della Ventura riguarda il nostro panorama radiofonico, che nell’ultimo decennio ha dato poco spazio alla canzone italiana. Morgan ha ragione quando dice che chi vuole fare questo mestiere deve essere curioso verso ogni artista ed ogni genere, di ogni età e di qualsiasi generazione. Questo vale anche per chi come noi sta dall’altra parte della barricata, altrimenti finiamo per mettere assieme patate e caramelle. L’interpretazione “poco baglionana” di Jury di Amore Bello non serve a far cantar vittoria e Noemi non può essere penalizzata perché nelle ultime performance non era in gran forma. Bisognerebbe un attimo guardare indietro. Nelle passate puntate Noemi è stata agevolata dal fatto di aver avuto un repertorio a suo favore (Albachiara di Vasco ad esempio), ma è migliorata dal punto di vista tecnico. Per fortuna esiste l’altra parte della medaglia. I vincitori sono spesso  ” numeri uno mancati” e il tempo ci darà ragione!

Il trash di Amici: Alessandra lascia Valerio e Luca a bocca asciutta!

alessandra150Luca Jurman ha bisogno di una tripla porzione di tiramisù. Il suo pupillo Valerio Scanu, noto ad Amici per i suoi attacchi isterici da “femminuccia”, non ha trionfato al talent show di Maria De Filippi. Insomma non tutte le ciambelle riescono col buco – l’edizione 2009 di Amici è quella più trash in assoluto – e così neanche il coraggioso “terrunciello”  Luca Napolitano è riuscito a spuntarla (mi dispiace perché era delle mie parti ed io mi sento più terrone di lui!). Tra i due litiganti il terzo gode ed ecco spuntare una femminilità peperina e grintosa: Alessandra Amoroso. Sale sul podio il Sud e la Puglia si infervora per la vittoria a sopresa della ragazza di Lecce. Amici di Maria De Filippi ha vinto in termini di share, ma la qualità è nettamente inferiore a quella di X Factor. Al di là del sindacabile giudizio degli addetti ai lavori, tutto è relativo perché adesso le case discografiche fremono per rifarsi con le nuove star del trash della musica italiana: Alessandra è stata arruolata da Sony e Valerio è entrato nella scuderia di Emi music. Mentre le vere stelle della musica sono costrette a barcamenarsi per rientrare tra le braccia delle major, i “tronisti musicanti” del reality sfondano le classifiche: non dimentichiamo che Scialla, la compilation di Amici, ha fatto record di vendite. De gustibus non disputandum est!

Amici, perchè piaci più di X Factor?

MILANO - NONA PUNTATA DI X-FACTORMaria De Filippi e i suoi ragazzotti hanno vinto la sfida televisiva del martedì sera: Amici ha sbaragliato in termini di ascolto X Factor, raccogliendo il doppio dei consensi. Perché? Nonostante la Rai avesse provato ad evitare l’ostacolo “Grande Fratello”, Mediaset è stata al gioco ed ha cambiato a sopresa il giorno di programmazione del talent show di Canale 5. Se facciamo parlare i numeri Amici piace più al Sud, mentre X Factor tiene lo scettro nel settentrione.  Il format britannico è  più equilibrato delle passate edizioni ed ha proposte interessanti. Amici di Maria De Filippi è diventato il degrado trash della tv generalista, sostenuto da una ciurma di adolescenti “infuocati” che adorano “il belloccio di turno”, senza dare alcun valore aggiunto alle qualità artistiche. Facendo zapping tra l’uno e l’altro mi sembrava di passare da un cortile anarchico,  animato da isterismi e lagne (Valerio Scanu è il nuovo reuccio da reality!), ad  un raduno di vecchi amici, dove perlomeno si parlava di musica. C’è chi tifa per Amici, c’è chi tifa per X Factor, ma c’è chi tifa soltanto per la musica, senza dover ricorrere a “tronisti di turno” per tenersi a galla in questi giorni di crisi. Ad ogni modo c’è un dato positivo da considerare. Gli italiani, giovanissimi e meno giovani, sono tornati ad ascoltare musica in televisione. Potrebbe essere un’occasione per farsi raccontare da nonni e genitori cosa era una volta Canzonissima e il Festival di Sanremo, nel Belpaese del boom economico, “povero ma bello”.

X Factor, i Farias vincitori morali del talent show!

farias150Accade sempre così facendo zapping. Poche volte  sbuca qualcosa di buono dal tubo catodico, ma non dura il tempo che vorremmo. X Factor dice no a i Farias e li sbatte fuori dalla competition musicale dopo l’esibizione di “Africa”  e uno splendido remake musicale di “Samarcanda” del professor Vecchioni. I fratelli della Patagonia vanno a casa, ma si contraddistinguono per la semplicità, il coordinamento vocale e l’umiltà artistica, valore raro di questi tempi. Mi chiedo se Matteo sia un cantante o un imitatore, dopo aver evocato alla perfezione la voce di Christopher Cross nella sua interpretazione di Arthur’s theme. Bella rivincita di Noemi per vocalità e interpretazione, buoni auspici per la band dei Bastard sons of Dioniso: sono loro quelli più appetibili dal punto di vista discografico e, secondo me, funzioneranno bene anche dal vivo. Un consiglio spassionato per Michele, Federico e Jacopo: per favore lasciate fuori i Beatles dal vostro repertorio! E Daniele? Si misura con Honesty di Billy Joel, ma i Farias emozionano di più con “Quando nasce un amore”. Speriamo che i quattro fratelli argentini non scompaiano dalla circolazione. Ascoltarli ancora mi metterebbe di buon umore e mi toglierebbe di dosso “la motivata incazzatura” per il trash galoppante della tv generalista dei giorni nostri.

Amici, Maria De Filippi e l’isterismo da femminuccia di Valerio

valerio-scanu-amici1502Guardo raramente la tv generalista di questi tempi e potete indovinare il perché. Facendo zapping, mi sono ritrovato il faccino di Valerio Scanu sul palco di Amici di Maria De Filippi. Sui forum si parla di lui e pare sia tra i più quotati della squadra bianca. Qualità vocali? Niente di eccezionale. Ha impugnato il microfono ed ha cantato un vecchio brano di Whitney Houston con la presunzione di chi sente già artista. Artista di che? E quando Luca Napolitano, il suo compagno di squadra, lo ha rimproverato per aver scelto un testo in lingua inglese (lui è più nazionalista!), Valerio si è indispettito, facendosi prendere da un arrogante isterismo uterino. Una sceneggiata da “prima donna”, una figuraccia da “femminuccia offesa” che non giova all’immagine dell’ambizioso giovane. Povera la nostra Maria De Filippi alle prese con queste atmosfere litigiose da merenda di scuole elementari! Piuttosto mi preoccupa l’insegnante Luca Jurman in un ascolto quasi meditativo della performance di Valerio. Mica siamo di fronte alla rivelazione musicale del 2009? Largo ai giovanissimi per l’ardua sentenza con un dato alla mano: Scialla, la compilation musicale di Amici 8, è tra gli album più venduti. Che ne dite? Piangiamo di gioia o di disperazione?

X Factor: Noemi e la peggiore “costruzione di un amore”

noemi-x-factor1501Qualche domenica fa ho incrociato Morgan al concerto milanese di Ivano Fossati. Mi stupisce come il severo giudice di X Factor non abbia storto il naso dopo l’esibizione di Noemi in un cavallo di battaglia di Fossati: La costruzione di un amore. Noemi non mi ha convinto mai. A questo punto sarebbe stato meglio tenersi Andrea, invece di liquidarlo col contentino di  essere pronto per un disco e risultare appetibile per il mercato discografico. La costruzione di un amore è una perla della musica italiana, complicata e pericolosa da eseguire. Noemi si è adagiata improvvisando troppo, calibrando così poco la  voce da apparire come “una debuttante allo sbaraglio”. Ho sbagliato canale o ero sintonizzato su La Corrida di Gerry Scotti? E poi dove la mettiamo quella inutile rincorsa vocale alla fine della performance? Credo che Noemi dovrebbe chiedere a Morgan di intermediare per una seduta con Ivano Fossati. Il cantautore genovese potrebbe darle qualche saggio consiglio su quella canzone. Tuttavia, penso che Noemi sia uscita fuori pista perché non ha letto il testo con attenzione, perdendo per strada  il midollo del significato. Tutta colpa del fattore X?

Sanremo Web, Ania la vincitrice “sfigata”?

ania150Il Festival di Sanremo si è concluso da pochi giorni e non si fa altro che parlare su blog e forum di Marco Carta e Arisa, al di là di ogni polemica.  E’ passata troppo in sordina Sanremo Web, la prima competition online proposta dal festivalone di Bonolis.  E la vincitrice? C’è e si chiama Ania, partenopea di nascita e milanese d’adozione, che ha stravinto in rete con il brano Buongiorno gente. Questa volta non mi soffermo né sull’interprete né sull canzone, bensì sulla poco attenzione che la macchina festivaliera ha datto a Web Sanremo 59. L’esibizione di Ania  è stata lampo e poco valorizzata. Gli altri partecipanti della gara online sono diventati manichini ed hanno occupato un pezzo di scenografia di Castelli. Il Sanremo di Bonolis ha finto  di essere a passo coi tempi, usando la macchina del web come semplice vetrina. L’episodio più sconcertante è relativo al salotto di Baudo all’interno dell’ultima puntata di Domenica in. Ania è uscita fuori come “la sfigata della situazione” perché fa parte della scuderia di un’etichetta indipendente e il suo trofeo è frutto di voti di smanettoni della rete. C’è ancora chi ha il coraggio di demonizzare Internet?  Chi fa il mio mestiere dovrebbe ammettere una volta per tutte che la rete è l’unica via di scampo per fuggire dallo star system dell’industria discografica tradizionale. E meno male che esiste  Myspace e tanta altra roba, da cui  è possibile scovare proposte musicali interessanti e meritevoli di finire all’Ariston. Questa è la ragione – per la fortuna della generazione del web 2.0 – per cui il Festival di Sanremo ha perso da un bel pezzo il monopolio di trampolino di lancio delle nuove promesse della musica italiana.

Sanremo 2009 e la vittoria immeritata di Marco Carta

marco150Il Festival di Sanremo alza o abbassa la pressione. In questa edizione 2009 sia le nuove proposte sia i Big sono usciti fuori pista, facendoci soffrire di ipertensione. Marco Carta, ex divo del talent show Amici, ha vinto il Festival numero 59 della canzone italiana con il brano La forza mia. Sarà stata la presenza all’Ariston della madrina Maria De Filippi o qualche inghippo al famigerato televoto a far vincere una canzone dagli eccessi melodici. Un trionfo immeritato? Ieri con Arisa, oggi con Marco Carta ci vien voglia di vagabondare nel web alla ricerca delle decine di alternative tra innovazione e sperimentazione a cui il Festival di Sanremo ci ha disabituati. Tiziana, una lettrice di questo blog, ha criticato la mia disapprovazione per Arisa replicando: “Quello che conta in un mondo che corre veloce è la comunicazione. Si svegli, siamo a Sanremo 2009!”. La questione non è tanto il trionfo di una canzone da canticchiare domani “sotto la doccia”, bensì il rammarico perché i giovani musicisti non osano più, sperimentando o rischiando. Alcuni vecchi cantautori di oggi sono i giovani di ieri, quelli che all’Ariston vincenti o perdenti lasciavano un segno. In “un mondo che corre veloce” abbiamo bisogno di caricare sul nostro I-Pod soltanto canzoni usa e getta. Vittorie come quella di Marco Carta restano cotte emotive destinate a durare qualche stagione, per la fortuna o la sfortuna di chi fa il mio mestiere. L’unica consolazione resta il successo di Paolo Bonolis, l’assoluto trionfatore di questa contestata edizione sanremese: ha salvato il salvabile, ha dimostrato al Belpaese di avere ancora bisogno del suo Festival (i reading degli inediti di penne prestigiose); ha riacceso un flirt tra passato e futuro (i duetti tra vecchi leoni e nuove proposte); ha restituito al testo la centralità funzionale nel corpo della canzone (i pezzi dei Big valorizzati dalla recita di attori), si è sforzato di fissare un punto di incontro tra show televisivo e show musicale. Il regno di Bonolis può essere un’auspicabile soluzione transitoria ad un nuovo Festival, orgoglioso delle sue radici, ma consapevole dei dovuti cambiamenti. E’ l’unico destino per vivere una nuova e lunga giovinezza. Adesso tocca al pubblico scegliere il vero vincitore, magari tra gli esclusi come gli Afterhours, sbattuti fuori ingiustamente.