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Il Festival di Sanremo canta in dialetto?

Il teatro Ariston di Sanremo

Rosario PipoloI venti leghisti tirano così forte da incidere anche su un evento nazional-popolare come il Festival di Sanremo. Svecchiare un regolamento dopo quasi 60 anni si può, ma recriminarne la natura ed inserire le canzoni in dialetto mi sembra troppo. Da buon napoletano ritengo che cultura musicale dialettale sia un patrimonio immenso, a cui neanche io da ascoltatore vorrei rinunciare. E non ne faccio questioni geografiche o antropologiche perchè ascolto con la stessa partecipazione emotiva il comasco Davide Van De Sfroos così come il parneopeo Peppe Barra. Il palco del teatro Ariston è l’agorà del Festival della Canzone italiana, una manifestazione che non dovrebbe essere né una vetrina del nazionalismo tricolore né l’oasi del federalismo canzonettaro. E’ vero che il Festival di Sanremo perde il suo seguito anno dopo anno, ma non è questa la trovata giusta per far acquistare sprint all’intrigante macchina discografica che ne fa da supporto. Le canzoni in dialetto possono essere valorizzate in altri spazi, possibilmente costruiti su misura. Per quanto riguarda l’esterofilia sanremese, dico la mia: no ai superospiti strapagati, ma sì ai duetti con gli stranieri per esportare qualche canzone all’estero. Mica tutti si chiamano Ramazzotti, Bocelli o Pausini? E poi se in passato non fosse stato così, nel 1990 non ci saremmo emozionati con  Ray Charles che cantava Good Love Gone Bad, versione in inglese di un pezzo di Toto Cutugno.

Caccia ai trans, dalla politica al Grande Fratello

Donna/Uomo

Rosario PipoloL’Italia ha i suoi vizi e le sue virtù. Dopo il caso Marrazzo, pare che il vizietto si sia spostato dalle escort ai transessuali. Così nell’ultima settimana la parola “trans” è stata molto ricercata su Google ed incuriosisce gli italiani pettegoli del web. Natalie, il trans incriminato nel video con l’ex governatore del Lazio, è diventato/a una vera star della rete. Uno schiaffo alla crisi dell’Italia: qui le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e poi scopriamo che queste folli prestazioni sessuali hanno costi da capogiro, anche 5.000 euro! I nodi vengono al pettine e così veniamo a sapere che Natalie non aveva il suo bel permesso di soggiorno. Niente paura perchè adesso scatta “il sentimentalismo di solidarietà”  di chi vede i trans vittime di “sfruttamento”. Alla faccia dello sfruttamento! Passando dal web alla tv, ci hanno pensato gli autori del Grande Fratello a dare continuità all’argomento: nella casa del reality di canale 5 c’è un trans, ma è ancora un mistero su chi sia. I blog viaggiano alla velocità della “rete” e non del “tubo catodico”: così davidemaggio.it fa cadere i sospetti su Gabriele Belli, che da bambino si sarebbe chiamato Elettra. In attesa della comunicazione ufficiale, mi domando: è questa l’ennessima scorciatoia per rompere la monotonia del Belpaese tra vizietti o copioni da complotti?

Chiara, supervoce di X Factor e non chiamatela “Cicciona”!

Chiara Ranieri

Rosario PipoloIl fenomeno musicale made in UK di nome Susan Boyle cerca i propri simili. Alcuni pensano che Chiara Ranieri, la rivelazione canora di X Factor 2009, abbia tratti in comune con la casalinga scozzese che ha spopolato dagli schermi di Britain’s Got Talent. Si finisce sempre lì e il paragone riguarda “la presenza scenica ingombrante” di queste due splendide voci. Nell’annata in cui vanno di moda le anoressiche e in tv sfilano i fisici perfetti, ecco che arriva la rivincita delle ragazze XL : ce ne freghiamo della forma e badiamo alla sostanza e al talento. Lo hanno capito pure gli abitanti di Facebook che hanno creato diverse pagine a sostegno della ragazza di Crotone. In passato ci sono state interpreti femminili gettate nel dimenticatoio a causa dell’aspetto fisico. Facciamo in modo che questo non accada a Chiara Ranieri: qui non c’è in ballo solo la tecnica, ma la capacità di far veicolare le emozioni con grande energia. E per favore, non chiamatela “cicciona” e non vi azzardate a paragonarla a Linda Valori, il bluff di una delle passate edizioni sanremesi. Che salga pure la lancetta della bilancia, tanto la leggerezza di quei gorgheggi rapisce anche gli angeli. Ahimè, ce l’avessi io una ragazza così. Forse sarei meno incazzato del solito se a darmi il buongiorno ci fosse quel canto!

Peter Pan, lascia fuori i nostri bambini dalla tv!

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Rosario PipoloNel calderone della tv generalista, affollata di veline e volgarità ad oltranza,  ecco che spuntano i bambini per evitare che lo share finisca ai minimi storici. Negli anni ottanta c’era Sandra Milo e i suoi Piccoli Fan e l’altro ieri Antonella Clerici con Ti lascio una canzone. Del resto la bella Antonella deve proprio al successo di quel programma la promozione all’ambita conduzione del prossimo Festival di Sanremo! I bambini in televisione funzionano ancora: inteneriscono, commomuovo il Belpaese con la loro ingenuità, e fanno ritornare in auge l’orgoglio di genitore e lo slogan pronto per la vicina di casa: “Hai visto ieri mia figlia in tv? Brava, anzi bravissima”. Ed ora anche Paolo Bonolis insegue la moda con la nuova edizione di Chi ha incastrato Peter Pan?. Non riesco a capire dove abita la controtendenza televisiva, se nel taschino di chi professa la tv del futuro e cade nelle trappole del vecchio tubo catodico . Non mi sento prevenuto a lanciare segnali di allarme e lo testimonia la recente dichiarazione al quotidiano La Stampa  dello scrittore Daniel Pennac: ” I bimbi di oggi sono clienti di una società consumistica perché la società li strumentalizza come clienti”. Nei primi anni ’80 ho partecipato ad una trasmissione per bambini su una rete televisiva campana. I miei genitori hanno accompagnato il mio stato emotivo, mettendomi subito in guardia dai “Peter Pan falsari” di allora. Sapevo che non sarebbe cambiato niente nella mia vita e non sarebbe stata di certo “una telecamera” a fare la differenza.  

E’ morto Mike Bongiorno, il re della tv italiana

Mike Bongiorno, re del quiz

Rosario PipoloDa ragazzino i miei compagni di scuola mi prendevano in giro perché collezionavo le scatole giochi dei quiz di Mike Bongiorno: Flash, Superflash, Bis e Pentathlon. Sì, lo confesso: sognavo di diventare un bravo presentatore come lui. Negli anni ottanta avevo esasperato mia madre per due motivi. Il giovedì sera volevo la tv a colori tutta per me perché su Canale 5 c’era SuperMike!  In più le mettevo sottosopra casa assieme agli amici del palazzo Stella Maris  perché avevo trasformato la cameretta in uno studio televisivo e ci sfidavamo ai suoi quiz. A parte i ricordi e il sentimentalismo, mi mancherà Mike Bongiorno. Con lui va via l’eleganza della televisione e l’arem dei grandi professionisti. La tv di Mike non sapeva cosa fosse la volgarità e non aveva bisogno dei copioni fasulli dei reality show per camminare in equilibrio sul confine tra finzione e realtà.  Bastavano il suo temperamento, le sue gaffe, i suoi aneddotti e quella profonda dolcezza che è venuta fuori di recente in coppia con Fiorello. Il rammarico più grande è quello di non averlo mai intervistato. Mi resta l’ultima polaroid. L’ho incontrato dal vivo in occasione del GiroMike nella prima metà degli anni ottanta. Mollai mio padre e mi lanciai oltre le transenne,  strappandogli una stretta di mano. Lui salì in auto e un poliziotto mi acciuffò rimproverandomi: “Non sapevo che Mike Bongiorno avesse fan scatenati così piccoli”. Questo per dire che quel personaggio televisivo non era roba da vecchi!

Amici, supersfida da Torino con gli spasimi di Valerio Scanu

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Rosario PipoloFacendo zapping in tv, ho captato fragorose urla di una folla di ragazzine infuocate. Credevo fosse la messa in onda di un vecchio concerto dei Beatles all’Hollywood Bowl. Ahimé, mi sono sbagliato! Era il delirio per la supersfida di Amici , trasmessa su Canale 5 da Piazza San Carlo a Torino. Un bella mossa strategica della regina mediatica Maria de Filippi che continua a trainarsi dietro la folla dei teenager. Si prepara ad affrontare una nuova stagione  il talent show più appetibile dal punto di vista pubblicitario. Vi confesso che rabbrividisco a vedere una scuderia della discografia italiana che acclama gli spasimi musicali e uterini di un Valerio Scanu o dice “brava, brava, brava” a Giulia Ottonello per le orribili cover della Streisand People e Memory. Amici continua a distrarre i nostri discografici: purtroppo il settore è in crisi – ha chiuso i battenti pure l’ultimo Virgin Mega Store newyorkese – e così si corre dietro a tutto finché c’è aria di business, rinunciando ai veri talenti che l’Italia musicale mortifica.

La Rai dice no ad Adriano “il molleggiato”

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Al di là delle baruffe chiozzotte tra digitale terrestre e l’uragano Sky, la televisione generalista deve prendere una sua posizione sui prossimi palinsesti autunnali. Perché? Rabbrividiamo al pensiero di rivedere sul piccolo schrmo le solite “cagatine” tappabuchi. La Rai, ad esempio, dice addio alla rituale “Domenica In”, ma non ci priverà dell’inciucio del Belpaese condotto da Massimo Giletti o di Super Pippo, che non ci pensa proprio a mettersi da parte. Adesso il vero incomodo è Adriano Celentano perché con lui c’è poco da scherzare: o lo si ama o lo si odia! Niente show autunnale per il molleggiato perché pare che la tv pubblica  faccia acqua da tutte le parti. E poi i vertici di viale Mazzini fanno sapere che la trasmissione “era solo un’idea”.  Mi pare di capire che Adriano costi 2 milioni di euro a serata. Chi ha il coraggio di sostenere che questo sia un cachet basso? I profeti e gli intelettuali cerchiamoli altrove, senza spillare soldi dalle casse della moribonda tv pubblica!

Noemi Letizia, nuova “velina” del reality del Belpaese

noemi-letizia150Fino a qualche mese fa quando si digitava il nome “Noemi” su Google, veniva fuori la vincitrice morale di X Factor: Veronica Scopelliti in arte Noemi. Certo che se la brava vocalist del talent show di Raidue avesse saputo cosa sarebbe accaduto da lì a poco, forse avrebbe optato per un altro nome d’arte. Il nome di Noemi è finito sulla bocca di mezza Italia, ma riferendosi a Noemi Letizia, la pupilla di Silvio Berlusconi che ha scatenato un vera e propria bufera. Se ne sono dette di tutti i colori in rete e la pagina di Facebook “Berlusconi rispondi!” ha già superato i 65.000 iscritti : è figlia naturale del Premier o è un’altra delle solite infatuazioni, colpevoli di aver messo fine al matrimonio con Lady Veronica? Inoltre, pare che l’ex ragazzo di Noemi abbia rivelato notizie scottanti al quotidiano La Repubblica, che hanno fatto inviperire la famiglia.  Mentre l’Italia continua a star dietro a questo gossip gigante, io mi chiedo: perché sprecare pagine intere di giornali con foto ed interviste dedicate a Noemi Letizia? Per vendere qualche copia in più o far finta che sia tutto un complotto per spodestare re Silvio dal suo trono? E poi fanno bene a prenderci per culo all’estero, perché in procinto di nuove elezioni politiche il Belpaese si distrare volentieri sulla gobba dell’inciucio!

Simona Ventura, saggia a lasciare X Factor?

simo150Quando hanno chiesto ad Annie Lennox cosa pensasse di X Factor, lei non ha esitato un attimo prima di rispondere: “Varietà da circo. Dove i concorrenti vengono giudicati da incompetenti e subiscono pressioni e umiliazioni”. Condividiate o no questa dichiarazione, io mi fermerei sul termine “incompetenti”. Nell’edizione italiana dei tre giudici quella poco competente era proprio Simona Ventura, che ha deciso di non prendere parte alla terza edizione di X Factor. Simo – così la chiama il suo popolo su blog e forum – ha preso una decisione saggia, ma senza neanche sfiorare la probabile ipotesi che fosse un pesce fuor d’acqua assieme alla Maionchi e Morgan. Nella lettera pubblicata sul suo sito sottolinea: “Io sento di stare attraversando una fase della vita in cui voglio lasciare spazio anche ad altre priorità come gli affetti e la famiglia, che sono la cosa più importante”. Questa potrebbe essere una giustificazione come tante altre, magari come la solita tiritera che si leggeva sui vecchi rotocalchi. Nel congedarsi, la Ventura mette in chiaro due cose: “A partire dalla consacrazione di Francesco Facchinetti, in cui ho fortemente creduto fin dai suoi esordi come inviato dell’Isola; alla grande soddisfazione di aver contribuito alla nascita di una nuova stella della musica italiana quale è Giusy Ferreri”. Che sbadato, non mi ero mai accorto che Simo fosse una grande talent scout. Chi sarà il prossimo erede? Speriamo che i vertici Rai si giochino la carta della “competenza musicale”, strappando il jolly della popolarità da tubo catodico. Forse così Annie Lennox potrebbe ripensarci e rendere meno acido il suo “sindacabile” giudizio!

X Factor, Matteo, Jury, i Bastard e il miracolo EP!

cover-ep_jury_media150Vincitori e vinti, anche in un talent show come X Factor, adesso devono fare i conti con la popolarità musicale. Riusciranno il giovane Jury e i fantastici Bastard sons of Dioniso a spodestare Matteo dal trono? Tutti e tre sono coccolati discograficamente dalla Sony/BMG e si stanno sfidando all’ultima canzone con un album EP. Finiti sul mio iPod, li ho ascoltati diverse volte. Impossibile di Matteo conferma l’indole melodica del vincitore livornese . Qualcuno vuole negare la tendenza di Matteo ad imitare l’impronta vocale degli interpreti originali delle coverr? Jury ci prova con Mi fai spaccare il mondo: l’inedito che dà il titolo all’EP non è malvagio, nonostante le pecche della dizione siano troppo evidenti. Jury smentisce un luogo comune, ovvero che non sempre si possono far miracoli in uno studio di registrazione! Infine, nell’ Amor carnale i Bastard sons of Dioniso sono poco convincenti negli inediti, ma insuperabili nelle cover. L’EP dei “Fab Four” della Valsugana è un memorabile “esercizio di stile” perchè passano con disinvoltura da Pietrangeli ai Rokes come se avessero respirato quei cambi di marcia musicale! Spero che nel secondo album inseriscano pure la beatlesiana With a little help from my friends. E la copertina? Per chi è legato al supporto anche l’occhio vuole la sua parte. Mi piace quella dell’album di Jury perché quella fiamma rappresenta l’entusiasmo di un ragazzo con la voglia di spaccare il mondo.  Ad majora a tutti!