Una parte della televisione ha investito sotto banco su mezzi e risorse per ridurre le insidie di Internet, che portava la brutta nomea di sottrarre l’attenzione popolare per la fruizione dei contenuti. Poi è arrivata la sorpresa impertinente, destinata ad avverarsi cinque anni fa, nel maggio del 2005, sotto il fantomatico nome di YouTube. Adesso il tubo catodico siamo noi utenti e, quella che sembrava una bravata di tre ragazzotti californiani destinata a durare poco, è diventata la più grande piattaforma di video del pianeta. Ci vorrebbero più di 1.500 anni per rivederli ad uno ad uno! Mentre si diffonde alla velocità della luce il Vangelo della rete, sotto la massima “Condividete e moltiplicatevi”, persino gli analfabeti del web esclamano con nonchalance: “Lo hai visto su YouTube?”. La popolarità non si misura più in passaggi televisivi, ma a fil di video-sharing; il giornalismo televisivo se la dà a gambe dal piccolo schermo (vedi Michele Santoro che molla la Rai e potrebbe andare in onda dal web); e persino la didattica ha avuto i suoi risvolti: il mio amico Mario ha imparato a stirare prendendo lezioni da una casalinga su YouTube e chi voleva diventare da un giorno all’altro latin lover di professione si è affidato ai nuovi rubacuori della rete. Il nostro voyeurismo si è esteso come un muro di gomma che ci fa essere “spettatori” e “protagonisti” di questo reality globale. E noi possiamo fare a meno delle tv? Sì, perchè c’è YouTube, ma paradossalmente la televisione non può fare a meno di YouTube per far veicolare i suoi contenuti. Peccato che ci sia ancora chi si ostina a rimuoverli. La mia amica parigina Françoise mi ha chiesto il link del video dell’esibizione di Carmen Masola, la vincitrice di Italia’s got Talent. Era già stato rimosso, perchè violava il copyright o perchè in Italia barcolliamo tra le ombre del Medioevo tecnologico?
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Indubbiamente internet, e nello specifico siti come Youtube, Facebook, blogs ed altri, hanno ridimensionato la fruizione di programmi televisivi e della carta stampata. Il motivo è chiaramente la staticità riscontrabile sia in un giornale, che necessariamente non si aggiorna, e sia nel non poter cambiare la scaletta dei programmi televisivi, i temi trattati e i conduttori. Con il muse, nella sconfinata rete, invece posso trovare qualsiasi fonte di intrattenimento. In più, se aggiungiamo la possibilità di poter diventare un po' “protagonisti”, allora il cocktail diviene vincente e dirompente.
Aggiungiamo poi anche la possibilità di trovare anche altro tipo di materiale, per esempio corsi, suggerimenti, informazioni senza che un pincopalla fazioso mi influenzi nelle scelte. Infine, non escludo che con l'aumento della velocità di connessione si possano individuare anche nuove forme di intrattenimento..... E allora la tv cosa deve fare? Farsi da parte perché è una tecnologia vecchia, come può essere un nastro magnetico, o un floppy disk! Attualmente l'unica cosa che può essere ancora valida sono i canali a pagamento, ma francamente non so fino a che punto possano reggere....