Diario di viaggio: James Holmes, la strage di Denver e la colpa degli USA

Gli Stati Uniti restano una delle mete preferite dagli italiani, che poi finiscono nel solito cliché del vacanziero: la spiaggia di Miami, il parco giochi di Orlando, il memorial di Ground Zero o le luci della ribalta di Hollywood. Eppure c’è un’altra America, l’America per eccellenza, quella di “Non è un paese per vecchi” – raccontata spietatamente dai Fratelli Cohen nell’ominimo film. Forse in quella ciurma di farabutti ci starebbe bene pure il folle James Holmes, che ha messo in piedi la tragedia estiva d’oltreoceano: morti e feriti durante la proiezione di un film in un cinema di Denver.
Guardando in tv la faccia spaurita del killer, avvolta dai capelli rossi, mi è sembrato di rivedere il ghigno malefico di Joker. E ci risiamo, di nuovo a parlare di cinema. La strage di Denver è avvenuta durante la proiezione del nuovo Batman e quindi l’America prova a giustificarsi. Questo film è maledetto così come la pellicola del 2007 di Il Cavaliere Oscuro, in cui l’attore Heath Lodger vi trovò la morte.

Allora, non è che vorremmo addossare la colpa dell’ennesimo seme di follia yankee all’eroe a fumetti creato nel 1939 da Kane e Finger? L’America bacchettona degli anni ’50 mise a tacere la latente omosessualità che sprigionava Batman (il legame ambiguo con Robin sfiorava la pedofilia), mentre la generazione che si scatenava sulle note di Born in the USA di Springsteen ammise una volta e per sempre che “Il cavaliere oscuro” stigmatizzava le penombre di una nazione, incapace di fare i conti con le sue contraddizioni.

Tornando all’assassino, James Holmes è vittima o carnefice? Forse tutti e due assieme, perché è figlio di una landa desolata – This is America! – che condanna con la pena di morte i piccoli mostri che lei stessa ha generato, facendoli diventare giustizieri della notte. Gli USA, questo Barack Obama dovrebbe ricordarlo, ti permettono prima di andare in un negozio a fare scorte d’armi. Avvenuta l’apocalisse, si lavano le mani mandandoti al patibolo. La libertà statunitense, ammalata di malsano individualismo, può essere camminare con un’arma da fuoco in tasca? Non chiedetelo a James Holmes, ma ai singoli stati che hanno fatto passare la legge del pistolero.
L’America ha prodotto una marea di film e non solo per colorare i nostri sogni. E questa volta proprio il cinema le ha tirato un colpo basso.

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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  • noi invece non facciamo film decenti, e in compenso abbiamo processi infiniti, che non trovano mai un colpevole.. o che inquisiscono i soliti, spesso per motivi politico/mediatici... sono contro la pena di morte, non ho prticolari simpatie per l'america (paese senza cultura, vista la giovane età e visto al scarsissima produzione artistica rispetto a quella europea), detesto obama e tutto ciò che rappresenta, ma almeno in america molti scandali vengono a galla, almeno c'è chi può fare film di protesta (anche film orrendi, come quelli contro bush). i pazzi sono ovunque. le armi non andrebbero vendute: ma in italia siamo sicuri che le cose, da questo punto di vista, vadano diversamente?

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