Categories: Comunicazione

Gaia e il teatro delle meraviglie

Sono finito nell’aula di un corso ed è rispuntata un’ala della mia vita: il Teatro. Il trainer di comunicazione, Gaia Catullo, mi ha involontariamente fatto un dono, quello di farmi ripescare il palcoscenico dal fondo della mia anima, in un fase di transizione: dall’esibizione all’espressione. E’ scoccata come una scintilla al pensiero che le vite possono incrociarsi. Nel 1993 Gaia era sul palco del Piccolo assieme a Strehler, io facevo su e giù Napoli-Salerno con pochi spiccioli in tasca, ripassando stralci da Molière e Shakespeare. Mi sforzavo di preparare il mio primo esame all’università e, accompagnando a casa la mia ragazza, sapevo che alle spalle dicevano: “Lascialo perdere quel clown, non farà mai nulla di buono nella vita”. L’arte dell’attore – colui che viene dal teatro e non dai riflettori degli “Amici” della De Filippi – ti aiuta ad esplorare te stesso ed il mondo che ti circonda. Gaia e il suo “teatro delle meraviglie” è stato un fulmine a ciel sereno per risollevarmi dalla “ripetitività della quotidianità” e farmi ritrovare “il teatro perduto”. Possiamo sempre trovare un compromesso tra routine e creatività, ma chi sceglie la seconda via è destinato a stare fuori dal coro. Al termine del corso, ho ripensato ad una massima di Giorgio Gaber: “Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo”. Grazie a Gaia mi sono allegerito come un gabbiano, “ma con l’intenzione del volo”. E’ questo l’effetto di chi ha continuato a fare del teatro il suo mestiere?

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

View Comments

  • Il teatro delle meraviglie! Bello! Mi fa pensare all'immagine dei bambini che aspettano che le pagine delle favole prendano vita durante la notte suggerita da Peter Brook!
    Deve essere stata una bella esperienza, anch'io ho un legame particolare con il teatro (non per niente mi chiamano Godot)... e ricordo un esame universitario proprio su Strehler... leggendo il post anche a me è venuto in mente quel periodo della mia vita! :D

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