Mina 70, un batticuore sotto casa sua
Da adolescente soffrivo della sindrome del cavaliere romantico. Se mi piaceva una ragazza, la aspettavo sotto casa e non mi muovevo se non la vedevo uscire. L’estate scorsa sono stato a Lugano per lavoro. La conferenza stampa era fissata ad ora di pranzo ed io sono arrivato in Svizzera in largo anticipo. Ho iniziato a girovagare, è stato più forte di me, volevo incontrarLa. Sono finito da tutt’altra parte, ma poi per fortuna ho trovato l’indizio che mi ha portato sotto casa sua. C’era un piccola bottega di alimentari poco distante: ho acquistato una bottiglia d’acqua, sperando che passasse a fare la spesa. Ho sostato all’edicola e mi sono intrattenuto a parlare col tizio. Di lei neanche l’ombra. Dopo una decina di minuti, avevo oltrepassato il cancello ed ero nel condominio dove abitava. Scrutavo balcone dopo balcone e immaginavo che lei uscisse fuori a stendere il bucato. Mina era una cantante, mica una casalinga? Si era fatto tardi, sono andato via. Il giorno dopo, di domenica pomeriggio, ci sono tornato prima di prendere il treno. Ho provato a citofonare al portinaio, niente da fare. La discrezione svizzera non si smentisce mai. Mi sono steso a terra, lanciando lo sguardo verso il cielo. E’ spuntato quel timido batticuore che mi assaliva da adolescente. Lei quel pomeriggio non era uscita ed io c’ero rimasto male. Mi consolavo perché dopo tutto lei era a pochi passi da me, magari nella sua cameretta che impazziva con la versione di latino. E Mina Mazzini dov’era? Forse dietro di me e non me ne sono accorto. Questa paginetta del mio diario, signora Mazzini, è solo un pretesto per farle gli auguri di compleanno per i suoi 70 anni. Ognuno ha “la sua Mina” , e la mia non è di certo né quella di Le mille bolle blu né quella di Brava. Mi piace portarmi addosso la voce graffiante di Il corvo, la voce folgorante di Rose su rose, la voce che rialza la speranza di Amornero. Le lascio una carezza perchè la sua voce mi ha tenuto compagnia in certe sere nere, desolate, quando rincasavo tardi e non c’era nessuno ad aspettarmi.
amornero
“Visto che tu non esisti, che non ci senti se parlo io.
Io che per te ho dato i numeri, la cosa qui si fa semplice…
Il fatto é che ti va liscia, colpisci e scappi, mi sgusci via.
Ti seguo fino al tuo fiatone, divento un sorso, un tuo boccone, hai corso e mi respiri a morsi
Tu scherza, poi vedra…
Ti colpirà l’Amornero non mangerai, rotolerai.
Abbraccerai cuscini e piangerai.
Tutto sará terribile.
Ti colpirá, tu scherza Amore
Il fatto é che peggiorerai
Niente potrá distrarti e impazzirai
Tutto sará da ridere.
Visto che tu non ci senti
L’Amore amaro finisce qui
Finisco qui di dare i numeri
non parlo piú, non fantastico.
Non dico che su ruote d’oro, motore e resto ti piaceró
Con denti che son ghiaccio puro e con l’idea di chi sta…
allora si inventa trucchi clamorosi, si tocca e tocca te…”