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Il successore di Napolitano: Paz, ci riprendiamo il partigiano Pertini?

Tanto rumore per nulla con tutti gli uomini del Presidente. Accostare una commedia di Shakespeare al titolo di un film per giocare con le parole appare proprio una scostumatezza. Mai come questa volta la scelta del Capo dello Stato ci sembra un’impresa napoleonica, tra le Quirinarie grilline, rallentate da un flop di sistema, e gli inciuci di palazzo, con facce della vecchia guardia bene in vista. Augurandomi che non spediscano D’Alema o la Bindi al Quirinale, vorrei buttare ad indovinare chi sarà il successore di Napolitano alla Presidenza della Repubblica.

E con un Papa Argentino sotto la Cupola di San Pietro, bissare uno smacco ci starebbe bene: ripetere quello del 1978 – all’epoca ero viziato dalle coccole della maestre d’asilo – che regalò all’Italia un Partigiano come Presidente. Ah, se mi leggesse Andrea Pazienza in questo momento. Gli chiederei in ginocchio di disegnarmi tanti manifesti, uno diverso dall’altro, con il faccione di Sandro Pertini. Paz sì che mi capirebbe. E su ognuno scriverei a caratteri cubitali: “Ridatemi il mio presidente partigiano”.

Lo rivoglio, con il suo sorriso sornione, condimento di uno sguardo saggio. Restituitemi il Pertini acuto, sensibile, sempre con una parola pronta per dare conforto ai giovani.
Restituitemi il Pertini con la sacca zeppa di memoria, quella che si è intrufolata nel cinema neorealista, sopravvissuto alla censura democristiana. Restituitemi il Pertini tifoso della Nazionale che balzò dagli spalti come un ragazzino la prima volta allo stadio. Restituitemi il Pertini socialista, della razza a favore del bene comune prima che il fango “apparentemente” riformista spazzasse via un sogno in quel congresso della fine degli anni ’70.
Restituitemi il Pertini che se ne andava a passeggiare in montagna con un polacco parroco del mondo o quello in mezzo alla gente, in lacrime di fronte al pozzo in cui smise di respirare il piccolo Alfredino Rampi.
Restituitemi il Pertini che fu definito “squilibrato”, spesso “sopra le righe” e che avrei voluto come nonno. Lui è stato il nonno della mia generazione e ci ha indicato la strada per scappare dall’ovvio conformismo di pensiero.

Paz, a che ora passo a prenderti per appiccicare questi manifesti? Me lo disegni sì o no Sandro Pertini?

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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