Io non nacqui “pastaiolo”: Nestlè, Buitoni e lo scempio alimentare della carne di cavallo
Pastaiolo si nasce e non si diventa. Ed io non lo nacqui, nonostante la cicogna mi abbandonò all’ombra del Vesuvio tra le coccole dei vermicelli Voiello e la pasta corta di Gragnano. E adesso che negli ultimi tempi mi stavo convertendo ai ravioli di brasato Buitoni, devo reprimere questa inclinazione padana. Diciamolo pure: da quando le multinazionali hanno messo le grinfie sui brand nostrani, anche la pasta si è trasformata in un “nemico pubblico”. Nestlé china il capo, fa marcia indietro e ritira dal mercato italiano ravioli e tortellini di manzo perché ci sono tracce di carne di cavallo.
Dal colosso svizzero vogliono rassicurarci che non corriamo pericolo, come se poi un ritiro repentino dagli scaffali fosse il gesto galante in materia di sicurezza alimentare. E sarebbe uno scacco matto di fantapolitica alimentare se scoprissimo che nei Baci Perugina, appena regalati a San Valentino, ci fosse chissà quale latte mischiato alle nocciole? E’ legittimo farsi prendere dalle fobie del consumatore medio e chiedersi perché l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare sia stata incapace di prevenire uno scandalo di tale portata.
L’Europa non è altezza del compito, in Italia chi ci tutela in tal senso? Dopo lo scandalo dimenticato delle mozzarelle blu, eccoci con scempio della carne equina. Il pranzo è servito. Mettiamocelo bene in testa: la diceria nazional-popolare della marca è andata a farsi benedire da un bel po’. Pastaiolo si nasce e non si diventa. Ed io non lo nacqui.
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