Munnezza e pregiudizio
I pregiudizi ci danno alla testa qualche volta. Sono appena tornato da Zagabria e mi sono trovato di fronte una città meravigliosa (il racconto mediatico è rimasto fermo alle ultime bombe del ’95): pulita e piena di verde, con certe aiuole fiorite da far morire di invidia le nostre città. Poi arrivo a Venezia, raccontata dai media come perla del nostro Stivale, e scovo sporcizia ovunque, per non parlare di sacchetti di immondizia sparsi qui e lì. Scusate, ma questa non è “munnezza” o quella di Napoli era qualcosa di diverso? E’ vero che il capoluogo partenopeo è stato sepolto da montagne di spazzatura (mea culpa, mea culpa, mia grandissima culpa?), ma la tv è stata capace di ingigantire il dramma, distruggendo l’immagine di una città. Persino la munnezza è più fetente quando finisce tra le grinfie dei pregiudizi!
Anonymous
E’ proprio vero! I pregiudizi qualche volta danno alla testa e, paradossalmente, oggi più di ieri. Ieri il pregiudizio sembrava avere un’identità storica e sociale palesemente riconosciuta; oggi si cela dietro un falso perbenismo che di certo non aiuta a crescere come individui, dunque come società.
Pur essendo un’aversana “d.o.c.” ( e, checchè se ne dica, non nascondo le mie origini anzi, vi individuo la matrice di parte della mia identità)amo Napoli non solo per avermi “adottata” ormai da anni ma soprattutto per avermi rubato l’anima: a Napoli sono legati pezzi della mia infanzia e, ancor+ della parte +consapevole di me, quindi dell’AMORE della mia vita.
Non nego i disagi, le difficoltà, l’abbandono contro cui questa città prova quotidianamente a lottare, talora di+, talora lasciandosi andare inerte.
Non è facile vivere a Napoli, amarla e sentirti quotidianamente indignata di fronte a tanta solitudine, a tanto abbandono, ad una tale perdita di coscienza.
Non è facile sopportare quotidianamente gli sputi delleistituzioni che calpestano senza pudore l’identità collettiva, quindi la loro.
Non è facile amare le tue radici e sentirti scolpito nell’anima il peso di tanto vituperio. Il vituperio di una realtà sì esistente, innegabile, ma fortemente alterata da un’immagine mediatica volutamente ridicolizzante.
E allora dov’è la MUNNEZZA?Solo nell’oggettiva realtà dei fatti, o anche (soprattutto) nel bieco PREGIUDIZIO di chi continua a provare gusto nel solcare ancora una linea di demarcazione tra NORD e SUD?
E allora?HISTORIA EST MAGISTRA VITAE…ET RUSTICA PROGENIES SEMPER VILLANA FUIT.
E quest’identità storicamente non appartiene di certo a noi!
Alessandra D.