Categories: Musica

Ritornerà il Duca David Bowie, “Lazzaro” della musica che sbeffeggiò la morte

Rosario PipoloRosario PipoloAlla fine dello scorso settembre in tanti ci consolammo con i vinili restaurati del primo David Bowie 1969-1974, sbucati da un elegante cofanetto. Non fu la fissazione per il feticcio, quanto la voglia di interrogarsi sul perchè quella materia musicale di oltre quarant’anni fosse reincarnazione del futuro.

Quando alle 8.30 di questa mattina ho lanciato incredulo il tweet sulla scomparsa del Duca Bianco, mi sono pentito degli ultimi 14 caratteri spazi inclusi: “…ci ha lasciati”. Ci ha lasciati l’alter ego Ziggy Stardust, Halloween Jack, the White Duke o Glass Spider?

Bowie si è preso gioco di noi, che avevamo visto in lui una scheggia impazzita dell’universo, facendo credere che l’album Blackstar fosse un bel regalo per il suo sessantanovesimo compleanno.
Invece no, il testamento dissacratorio era già tutto scritto nel brano Lazarus e nel video onomino diretto da Johan Renck, che lo vede in un letto di un ospedale psichiatrico nelle vesti del personaggio evangelico, amico di Gesù di Nazareth. Tra le bende si intravede il Bowie malato che sbeffeggia la morte.

Quelle che un tempo furono camaleontiche trasformazioni, oggi restano l’abbagliante resurrezione di un artista del XX secolo che ha aggredito il melanoma dell’omologazione, di cui siamo ammalati cronici, attraverso ogni forma d’arte della re-invenzione.
David Bowie ha fatto della musica, dal glam rock al rock sperimentale, dal proto-punk alla new wave, il midollo spinale della pittura che mescola avanguardismo, classicismo,  street-art, fantascienza. David Bowie ha reso i testi delle canzoni delle incandescenti sceneggiature da cinema, trapiantate al posto dei nostri occhi miopici e strabici, per un ritorno alle origini con lo sguardo interiore sull’esistenza.

Il trasformismo e i travestimenti di David Bowie non sono stati capricci di edonismo futurista, ma il teatro dell’ultimo jedi dell’esistenzialismo che si è sforzato di affrontare la depressione umana della morte circoscritta nell’epitaffio “polvere siamo e polvere ritorneremo”. Ritornerà il ragazzotto di Brixton che ha folgorato il XX secolo, unendo monarchi, proletari, borghesi, arcivescovi protestanti, laburisti e conservatori.
Ritornerà L’uomo caduto sulla terra perchè “puoi semplicemente guardare ai miei dischi e capire cosa provo”. Ritornerà il Duca Bianco perchè “è anche vero che la vita stessa è artefice di noi stessi”. State a vedere.

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

Recent Posts

10 cartoline dal Fuorisalone 2025

Il Fuorisalone 2025 ha trasformato Milano nella capitale indiscussa del design con oltre mille eventi…

2 settimane ago

60 secondi con Paolo Sorrentino

https://www.instagram.com/reel/DIajH2jteRJ/?igsh=MWVwcGNqMmxta2k1Nw==

2 settimane ago

Ninna nanna per nonna Angelina, altra vittima della pessima Sanità in Campania

Mi vergogno della mia regione d'origine, la Campania, quando mi capitano sotto gli occhi ritagli…

1 mese ago

Eleonora Giorgi cara, a te leggera nell’eternità

Eleonora Giorgi cara, a te leggera nell'eternità, dedichiamo questo inizio di marzo primaverile che profuma…

2 mesi ago

Il Santuario di Pompei ha il suo Bartolo Longo santo

IL Santuario della Madonna del Rosario di Pompei avrà finalmente Bartolo Longo (1841-1926) santo, a…

2 mesi ago

Viaggio in Egitto come un vero egiziano

L'Egitto mio in un viaggio come un vero egiziano è terminato all'aeroporto del Cairo dopo…

3 mesi ago