Il Salone Internazionale del Mobile ha fatto riaffacciare Milano all’Europa. Diciamolo pure che la macchina organizzativa era funzionante ed accogliente sia per gli adetti ai lavori sia per il pubblico (domenica si sono riversatete in Fiera più di 32 mila persone). Non capita spesso ai grandi eventi che si svolgono nel capoluogo lombardo da tempo a questa parte. Penso alla BIT, ad esempio, che somiglia sempre meno ad una Fiera Internazionale di Turismo. Il Salone del Mobile è una bella opportunità per spiluccare stravaganze e creatività, anche se c’è chi si distingue sulla sponda opposta. Non mi sognerei mai di fare a scazzottate per sostare da Scavolini e convincermi che quella è ancora “la cucina più amata dagli italiani”. Sarà, i gusti sono gusti e il pubblico pagante ha sempre ragione, quasi sempre. Bel boom anche per gli eventi collaterali del Fuorisalone, con via Tortona in testa per affluenza di giovani a tutte le ore. Fare baldoria tutti insieme appassionatamente ci sta e fa bene all’umore. Se i venditori ambulanti di birra e quant’altro sono più numerosi degli eventi, non è che mi sono perso in una bella sagra paesana? Forse sì perchè la sicurezza lasciava a desiderare: sono rimasto in ostaggio mezz’ora sul ponte ferroviario che da Porta Genova scendeva in via Tortona, perchè non c’era nessuno a coordinare il gran flusso di persone. Per fortuna, non ci sono stati incidenti! La corsa verso l’Expo non accorcia le distante tra Milano e l’Europa perchè sono “i dettagli” a fare la differenza, ricordandoci che il Belpaese è fatto della stessa pasta, fino alla punta dello stivale. E non ci vuole lo stradario per capire che non siamo arrivati a Londra, Parigi o Berlino.