In balia della melodia di Micaela o di Serena Abrami, la vittoria del timido e pacato Raphael in stile jazzato mette tutti d’accordo, anche se il dubbio assillante rimane: questo swing ruffiano vuole fare il verso a Micheal Bublé? Dovremmo chiederlo a Caterina Caselli, l’ape regina della discografia italiana, che ha arruolato Gualazzi nella scuderia Sugar. La Caselli non ha sbagliato mai un colpo e nessuno ci vieta di pensare che Raphael diventi un fenomeno jazz da esportazione.
Intanto, mentre di questi giovani “invisibili” ci dimenticheremo prima di quello che possiamo pensare, il Televoto tira l’ennesimo colpo basso: Tre colori, l’intensa filastrocca musicata di Tricarico, è fuori dai giochi, nonostante a mio parare faccia parte del tris delle migliori canzoni sanremesi assieme a quelle di Vecchioni e di Emma & i Modà. Facciamocene una ragione, con o senza il faccione buonista di Gianni Morandi, il Festival di Sanremo riflette l’Italia del suo tempo, arruffona quanto basta per ripescare la Anna Tatangelo di turno e tenersi la lagna melodica di Luca Barbarossa. Mettiamola così: le belle canzoni sono quelle che vanno via in fretta dai riflettori dell’Ariston, dall’euforia popolare, ma restano confinate nell’animo di quel pubblico che sa cogliere in flagrante l’emozione di raccontare una storia accennata, come quella della nostra bandiera.
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Caro rosario, devo confessare di aver seguito il festival di sanremo attraverso i tuoi post e non guardandolo alla TV, forse per partito preso o forse perché per me la canzone è un’altra cosa e credo sia un’offesa ritenere tale quella che si canticchia per la maggior parte al grande fratello della città dei fiori. Una delle mie passioni è il canto e, a causa della mia scarsissima conoscenza della lingua inglese, ho sempre ascoltato solo musica italiana, perché non posso cantare un testo che non capisco e del quale non conosco la pronuncia, non avrebbe senso. Ho iniziato sin da piccola una venerazione verso Mina, avendola conosciuta attraverso la bella voce di mia madre che cantava le sue canzoni, voce che ho peraltro ereditato, e un po’ più grande, mentre le mie compagne di scuola piangevano dietro i testi di un allora esordiente Marco Masini, io mi impegnavo a conoscere la storia e a capire i fatti sociali attraverso i testi di de gregori, anche se a quei tempi non immaginavo che anni dopo avrei scritto su di lui la tesi di laurea. Di certo non sono rimasta ai tempi della donna cannone, nel frattempo apprezzo e canto nuove melodie e ho acceso la TV solo un attimo durante la prima serata del festival solo per la curiosità di vedere le due dolci donzelle tese come un manico di scopa e con lo sguardo perso nel vuoto alla ricerca di un gobbo da leggere… ma di contro devo dire che mi ha fatto specie, ma anche enorme piacere, vedere Franco Battiato e Roberto Vecchioni credere in un festival della canzone e non, come dici tu, del cantante, loro che sanno il vero valore di termini come “musica e parole”. Però la canzone va anche interpretata per cui il cantante deve fare la sua parte e proprio per questo io ritengo che non siano canzoni degne di vittoria quelle nate tra i vari amici della de filippi (che appunto saranno amici suoi e non miei) che ogni anno si arrogano il diritto di sentirsi VIP solo perché la loro immagine è già nota alla maggior parte del pubblico votante. Sulla serietà dei voti, dei ripescaggi, delle nomination stenderei un velo pietoso. Aspettando il tuo prossimo post, per sapere quale fronte sarà baciata dalla dea Vittoria, magari stasera mi impegnerò di vedere la puntata finale per poter criticare meglio. Suggerisco a tutti di rendere omaggio stasera a un grande, Luigi Tenco, attraverso una canzone scritta per lui da De gregori: http://www.youtube.com/watch?v=fKHxmLYOeNo Grazie rosario, a presto
Alla fine però una bella canzone ha vinto,
e mi ha dato emozioni e mi ha ridato la speranza che anche la massa, in questo nostro paese, può tornare ad apprezzare la poesia e la cultura.
Vorrei aggiungere che quello di quest'anno è stato proprio un festival piacevole da ascoltare e da vivere, cosa che forse non accadeva da qualche anno