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Storie di casa mia: Se al ritorno dalle vacanze, il tuo vicino Silvio è partito per sempre…

I luoghi comuni recitano che i rapporti di vicinato siano quasi inesistenti al di là del Po e siano un’esclusiva del Sud. A dire il vero non ho mai amato “le comunelle” del vicinato chiassoso che nutrivano il folclore delle zone in cui sono cresciuto. Ho riconosciuto però, in diverse occasioni, il valore aggiunto di un buon vicino di casa.

Quando più di quattro anni fa ho cambiato casa, Silvio è stato il primo che ho incrociato. Il signore ottantenne conosceva ogni angolo della palazzina dove mi ero trasferito e mi offrì le giuste indicazioni, da come aprire il cancello alla gestione della raccolta differenziata. Nel giro di pochi mesi Silvio si rese conto che, oltre ad essere il condomino più giovane, ero anche quello più sregolato, che non aveva mai orari. Appena capitava l’occasione di incrociarmi, mi sussurrava: “Quando sento la musica ad alto volume, so che si aggira da queste parti”.

Il mio vicino sapeva porgerti persino un rimprovero con garbo ed era una piacevole sorpresa ritrovarmelo all’improvviso, come fosse l’ombra di mio nonno, accanto al garage o alle prese con il suo orticello. Spuntava nel momento in cui meno me lo aspettavo. Avrei conosciuto il suo passo lento ovunque. Al ritorno dalle vacanze, non ho sentito più i suoi passi e il bidoncino della spazzatura, che lui puntualmente mi metteva dentro, era rimasto lì.

Mi hanno avvertito che, proprio nelle stesse ore del mio rientro, Silvio se ne era andato per sempre: con garbo, senza far rumore, nel suo stile. C’eravamo salutati prima delle vacanze e, osservandolo mano nella mano con sua moglie, dicevo tra me e me: “Spero di arrivare alla sua età con tanto amore negli occhi per le mia donna”. Sì, perché Silvio nascondeva nel suo sguardo sterminato amore.
Rincasando stasera mi sentirò più solo, perché non ci sarà più l’anziano signore del piano di sopra che a modo suo si preoccupa per me. Allora metterò ad alto volume su un vecchio vinile una canzone dei Beatles, aspettando che Silvio bussi al campanello per chiedermi di abbassarlo. E se ciò non accadesse, sparerò ad alto volume un concerto Brandeburghese di Bach, l’unica musica che può arrivare in fretta alle orecchie di Dio. Sono convinto che da lassù Silvio dirà al Padreterno: “E’ il mio vicino di casa. Anche qui riesce a farsi sentire. Questa volta però non lo rimprovero perché questo è il suo modo stravagante di salutarmi”.*

*Dedicato a Silvio Minoli (1925-2013)

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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