Italia incazzata: “E la nave va” tra ambientalisti, tassisti, benzinai, tir e forconi
Mi concedo una pausa dallo sceneggiato mediatico “Concordia & Giglio” e dalla partita di ping-pong tra l’armatore e il comandante sul “mea culpa”. Si rischia il disastro ambientale, sì o no? Ad ogni male c’è rimedio, tanto vogliono convincerci che i residui inquinanti molleranno gli ormeggi intorno all’isolotto toscano. Mi viene in mente il mio golfo di Napoli: si scannano per la bandierina blu a tutela di alcune località. Chissà se a Forte dei Marmi, l’estate che verrà, saranno tutti sorridenti come a Capri. Non perdetevi i bagnanti chic all’ombra dei Faraglioni, illusi che le loro chiappe siano lontane dalla zozzeria infognata sotto la fascia costiera che dalla Penisola Sorrentina si spinge fino a Bacoli.
Meglio un pedalò o un canotto a remi, almeno si è sicuri di raggiungere la destinazione in tempi ragionevoli. Benzinai e tassisti incazzati. Diciamo che gli umori devono alternarsi in una vera democrazia. Ieri eravamo incazzati noi quando i distributori se la spassavano con la benzina alle stelle o salendo a bordo di un tassì, perchè in Italia costa quanto un giro in limousine rispetto al resto d’Europa.
Si mettono pure gli autotrasportatori e così le nostre autostrade sembrano diventate il set del remake di Convoy – Trincea d’asfalto di Sam Peckinpah. Questa volta la rivolta è molto più complessa di quella messa in atto dal protagonista del film sulle strade deserte dell’Arizona. Con gli aumenti di pedaggi e carburante, la vita diventa ormai insostenibile e non solo per loro.
Con l’urlo dei Forconi stiamo tornando ai tempi in cui il tiro alla fune si giocava tra i Sabaudi dal’alto e Borboni dal basso. Almeno per una volta non si dica che siano solo i leghisti a parlare col megafono. Allevatori, agricoltori e pastori dell’isola “senza ponte sullo stretto” hanno mollato zappa e strumenti di lavoro per stilare un manifesto di rivolta popolare, su i social e con il passaparola a fil di rete che fa di Facebook e Twitter due strumenti efficaci. Illudiamoci pure che la Sicilia di oggi per certi aspetti non sia più quella “gattopardiana” di Di Lampedusa. I Forconi urlerebbero un bel vaffa pure a Peppiniello, il Garibaldi da fiction riproposto in tv ultimamente nel solito decotto.
Presi da questo stato di rissa, è passato inosservato il compleanno di Federico Fellini. Google ha fatto bene a celebrare con un doodle le 92 candeline per il maestro, così almeno qualche sbadato non ha la scusa di scambiarlo per “un forcone”. Ci vorrebbe l’occhio cinematografico di Fellini e il tratto a matita di Hugo Pratt o Milo Manara per raccontare l’Italia di questi giorni, “smarrita” come nel penultimo film dimenticato del regista riminese “E la nave va”. Questa volta la nave non è arrivata neanche a largo. E ci è scappato più di un morto.