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L’iPhone 6 può attendere

Rosario PipoloCi sono code e code. Quella “surreale e stratosferica” delle ultime ore davanti agli Apple Store delle grandi metropoli per l’arrivo del nuovo iPhone 6.

Quella che vedo tutte le sere tornando da lavoro davanti a una Caritas milanese, dove una ciurma di uomini e donne aspetta di ricevere un piatto caldo.  Le prima fa il giro del mondo alla velocità della luce. Quest’ultima finisce nel dimenticatoio, perché fa parte della routine: gli operai in fila per protestare contro la mobilità o i papà in coda dall’alba all’entrata dell’asilo nido per accaparrarsi un posticino per il pargolo.

Quanto costa l’iPhone 6? In Italia il prezzo oscillerà tra i 700 e i 1000 euro. Occorre rinunciare ad uno stipendio medio per andarsene in giro con il gioiellino della Apple. I due ragazzi nella foto si sono accampati su una panchina della Fifth Avenue newyorkese. Non sono lì per protestare ma spudoratemente in fila per avvinghiare  il melafonino più amato o odiato di tutti i tempi.

Questa immagine offende un’altra America e non abbiamo bisogno di un vecchio disco di Bob Dylan per riascoltare quella voce. Basterebbe farsi raccontare dai genitori e dai nonni di questi ragazzi come sciuparono i loro quattrini: per fare un viaggio e protestare fuori la Casa Bianca contro il Vietnam sanguinoso di Nixon o il rampantismo di Reagan.
Erano altri tempi, come del resto in Italia. I nostri genitori e nonni hanno fatto lunghe code per salvarsi dagli scempi del Secondo Dopoguerra o per avere il diritto di studiare in un’università pubblica.

Quanto costa “mettersi in coda” per l’iPhone 6? Le favole del marketing urlano che qualche folle abbia pagato fior di quattrini per avanzare nella lunghissima fila. Ci sono code e code. Preferisco quella che vedo tutte le sere tornando da lavoro davanti a una Caritas milanese. Fotografa l’umanità di cui avremmo bisogno tutti.

Come fare per donare soldi ad Haiti

Il terremoto ad Haiti è stato devastante e  fanno sapere dall’altra parte dell’oceano “non mandate coperte, perchè qui servono soldi”. Ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo per aiutare le popolazioni colpite. La Caritas Italiana, molto attiva sul territorio, raccoglie contributi attraverso il C/C postale n.347013 (causale: emergenza terremoto Haiti), mentre l’Unicef, oltre al C/C postale 745.000 (causale: emergenza Haiti), ha messo a disposizione  il numero verde  800745000. Per chi vuole farlo attraverso la Croce Rossa il modo più semplice è il numero verde 800.166.666 o un sms dai numeri Wind e 3 al 48540. Per Agire, che unisce le organizzazioni non governative più note, vi segnalo le donazioni on line o il conto corrente postale n. 85593614 (causale Emergenza Haiti), mentre per Medici senza Frontiere sito o c/c postale 87486007 (causale Terremoto Haiti). Infine, vi segnalo anche le iniziative di solidarietà del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Uniti e la Fondazione Rava.  Se avete altri canali minori attendibili di raccolta fondi, segnalateli pure lasciando un commento a questo post.