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pronto per il nuovo facebook: democrazia sociale o dittatura globale?

Siamo ad un passo dal nuovo Facebook: il lancio ufficiale è previsto il 30 settembre. Io sguazzo nella versione beta da qualche giorno (la mia dovrebbe essere visibile dal 4 ottobre). Ci sarà la fine del mondo? No. Una catastrofe sui social network? Dipende dai punti di vista. “Faisbùk” cambia pelle e i sapentioni della rete annunciano che l’incazzatura del popolo social durerà al massimo tre settimane, perché sarà questione di abitudine. Ci rassegneremo presto al nuovo profilo (le fan page al momento resteranno inalterate) con un cruscotto in alto dominato da una cover gigante, le nostre info e una serie di pulsanti che riportano al nostro mondo?

La filosofia del “mi piace” sta per evolversi con composé di bottoncini sostitutivi, ma l’innovazione più inquietante è la Timeline. Agli hula-hoop di Google+, si aggiunge la linea della vita: insomma tutti potranno farsi “mazzi e cazzi” nostri, se non impostiamo le regole della privacy di ogni singolo status. Infatti, possiamo aggiungere anche gli eventi precedenti alla nostra entrata in Facebook, dalla nascita a vita, “morti” e miracoli, incluse cronologia di storie sentimentali, acquisto dell’auto o della casa.

Alla faccia della privacy! Come faranno coloro che nascondono l’anno del compleanno, adesso che la timeline parte proprio dal lieto dì in cui la cicogna ci ha abbandonati? Le inquietudini sono diverse ed io mi diverterò ad inventare un passato che non ho. Sta di fatto che qui non è un problema di rivolta grafica, ma di organizzazione dei contenuti e di consegna della nostra vita nelle mani del social network più potente del pianeta. Zuckerberg avrebbe dovuto promuovere un referendum.
Morale della favola: Facebook, più feroce dell’occhio invadente del Grande Fratello, ci sta costruendo un bunker su misura. Sono pronte nuove applicazioni per ascoltare musica e vivere l’intrattenimento senza passare per vie esterne.

La storia è disgraziata e sa come metterci la pulce nell’orecchio, proprio mentre Mark Zuckerberg si organizza per una possibile entrata in politica. I grandi dittatori prima di diventare tali, si sono spacciati per paladini della democrazia. Mettiamoci pure in coda per finire sull’altra sponda: da democrazia sociale a dittatura globale.

Facebook ti spia anche quando non sei connesso

Il nuovo Facebook: la privacy si complica. Suggerimenti…

Come attivare il nuovo profilo di Facebook in anteprima

Cartoonia sui profili di Facebook: vince il Giappone degli anni ’70 e ’80!

Sembrava il capriccio infantile di qualche “faisbukkiano”, invece l’invasione dei personaggi dei cartoni animati nelle foto del profilo di Facebook aveva un suo perché. La settimana per i diritti dell’infanzia, proclamata dal 15 al 20 novembre, è stata molto “social” e il passaparola sulle bacheche è stato così suadente che nel giro di poche ore ogni nostro contatto italiano aveva rinunciato al suo “egocentrismo da profilo” per trasformarsi in un cartoon. Insomma, un modo simpatico per tornare ad essere bambini e ritrovare i nostri eroi  fino al 25 novembre.
Quale migliore occasione per un blogger se non quello di attraversare il social network più famoso per capire quali siano stati gli alter ego più gettonati?
In cima alla classifica, ci sono i personaggi degli anime giapponesi che legano le generazioni degli anni ’70 e ’80. I Robottiani hanno scelto i volti d’acciaio del rivoluzionario Nagai – Mazinga, Jeeg e Goldrake in pole position – le romantiche hanno recuperato il manga sentimentale dietro i sorrisi di Candy, Georgie, Lulù, Lady Oscar; le sovversive hanno chiesto in prestito la faccia a Lamù e alle tre sorelle di Occhi di Gatto; i controcorrente sono andati incontro a Yattaman, Conan, Gigi la trottola, Flo Robinson, il Tulipano Nero, Bia, la Principessa Zaffire, Capitan Harlock, i protagonisti di Galaxy Express e Pollon. Qualcuno si è ricordato del povero vecchio Magoo, qualcun altro dell’allegra brigata di Hanna-Barbera tra Penelope Pit Stop e il cane Mudley. Pochi si sono “puffati” da Puffetta o Grande Puffo, ma in tanti hanno chiesto asilo a Springfield per bussare il campanello di casa Simpson.
Furore anche per i personaggi Disney con Topolino, Minnie e le eroine delle fiabe di sempre. Le principesse hanno fatto gola alle giovanissime, inclusa La Bella addormentata nel bosco o Cenerentola, per lo più dimenticate, ma ricordate da chi sa che “i baci dei principi azzurri risvegliano dai lunghi letarghi”.
Una faccia in prestito”, come recitava il titolo di un album di Paolo Conte, è arrivata anche per me. E’ quella di Lupin III di Monkey Punch, nella versione poetica della prima serie televisiva, super popolare tra i profili.  Quel suo ghigno era più di un ammiccamento furbesco. E tu da chi ti sei fatto prestare la faccia e perché?