Il kebab arriva tra le montagne e sconfigge pizza e porchetta!
Dopo una lunga traversata in treno dalla Svizzera tedesca, un pausa non guasta. Capitare a Domodossola in una sera d’agosto non è il massimo, ma almeno si trova qualcosa da mettere sotto i denti. Siamo ad una manciata di chilometri dal confine tra le valli suggestive del Piemonte. Di prodotti locali da sgranocchiare neanche l’ombra e un panino al formaggio sembra roba di altri tempi. Quei pochi ristoranti aperti sono semivuoti e sfornano qualche pizza. In corso Moneta c’è un kebabaro aperto e così mi fermo volentieri lì. Giusto in tempo perché Alì mi confessa che ad agosto vende più kebab del solito. La cliente in fila prima di me se ne porta a casa sette! Scusate, ma sono a Domodossola o in un paesotto della Turchia? La cosa curiosa è un’altra: molti clienti sono del Sud Italia. Lui mi riconosce dall’accento e ribatte: “Non è caro pagare una pizza 4 o 5 euro? Se pensi che è acqua, farina e pomodoro…” E’ l’unico motivo che ha fatto prendere agli italiani una cotta culinaria per questa pietanza turca? Ormai il kebab ha fatto il botto ed ha sostituito il panino con la porchetta, dal Piemonte fino al Trentino. Persino alcuni locali italiani hanno bandito lo spiedo per i polli e si sono organizzati con il girarrosto verticale per fare kebab. Insomma neanche l’afa estiva ferma l’ascesa al trono del panino etnico (il migliore l’ho mangiato nel quartiere turco a Berlino). Aspettando di assaggiare il prossimo ad Instambul, spero che in Turchia non ci sia una controtendenza tra pizze e polli allo spiedo. Sarebbe un altro scherzetto del villaggio globale!