L’alluvione di Messina e le “Mani sulla città”!
Il nubrifagio che ha colpito il messinese fa tornare nella nostra memoria la parola allarmante: abusivismo. Quell’abusivismo edilizio che è stato la fortuna di pochi e la sfortuna di molti (dipende dai punti di vista), quello fatto a regola d’arte per inquinare le prove e, senza mezze misure, non mettere in allarme le coscienze dei quaquaraquà. Nella mia ultima permanenza estiva in Sicilia, mi sono fermato una notte ad una manciata di chilometri da Cefalù. Alloggiavo in una casa che era praticamente sulla spiaggia. Quando ho chiesto come fosse possibile, mi hanno rimproverato: “Duttu’, ‘un si preoccupasse. Siddu è, sta casa fa a fine ri lavutre, dà sutta u mare” (Tirate a campare. Male che va questa casa farà la fine delle altre, lì in mezzo al mare). E dire che neanche io potevo controbattere, provenendo da una città come Napoli che di abusivismo ne sa qualcosa (Riguardate in dvd Mani sulla cìttà di Rosi). Se ripenso allo scempio fatto alle falde del Vesuvio e a tutti quei comuni in pericolo in caso di risveglio del “buon vulcano”. E cosa dire delle nuove costruzioni in quelle zone? Messina e dintorni hanno un doloroso conto da pagare, ma mi pare ora che si faccia una perlustrazione in tutta Italia per individuare quelle aree che possono essere la nuova tragedia di domani!