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Il mio Natale, in quella casa del Sud Italia!

Mai come quest’anno mi sono distaccato dal fastidioso tam tam natalizio, dall’affannosa corsa al consumismo che stressa le famiglie italiane. L’unico scambio di doni a cui tenevo, l’ho anticipato la scorsa settimana sotto i primi fiocchi di neve. Ero felice come un bambino perché mi hanno regalato una borsa rossa della collezione Vespa-Piaggio. Per un “vespista” incallito come me, andarse in giro con quella tracolla è uno spasso! E il Natale dov’è finito? Risucchiato dalle vetrine o dagli addobbi natalizi? Mi è tornato in mente un vecchio racconto di Dino Buzzati e mi sono sentito come il protagonista, don Valentino, alla ricerca di una briciola del Natale. Alcune settimane fa sono passato a trovare due amiche di vecchia data, Cinzia e Rosa, nella loro casetta a pochi passi da Napoli. In quel recinto domestico mi sembrava che il tempo si fosse fermato al nostro primo incontro, in quella cucina, in ogni viso di quella famiglia, travolta da un invidiabile spirito di serenità. Il papà e la mamma mi hanno fatto un cenno e siamo andati tutti ad osservare il bel presepe, allestito nel salotto.  C’erano i pastori alti come piacciono a me, una luce fioca, il rumore della cascata. Ci siamo guardati diritti negli occhi e abbiamo condiviso in silenzio quel momento. In quell’attimo di stupore ho ritrovato il Natale, quello fatto di incontri veri, dove il tempo non è tiranno, ma è complice dell’attimo intenso. Siamo capaci ancora di ritrovare a piccole dosi le cose speciali della vita?

Presepe, napoletanamente souvenir

MICHELA BRAMBILLA, SILVIO BERLUSCONIAl di là della storia ufficiale del Presepe, diciamo pure che la rappresentazione della Natività per un napoletano è qualcosa di speciale. Senza essere troppo bigotti o moralisti, ognuno sul presepe ci mette chi ci vuole, arrivando persino ad affiancare Pulcinella ai Re Magi. E’ così perché la magia del Natale partenopeo è la convivenza tra sacro e profano. Per me l’allestimento del presepe è stato sempre un atto magico ed emozionante. Nonno Pasquale mi ha insegnato a posizionare i pastori e mi spiegava il ruolo di ognuno. Lui aveva una passione per Gaspare, Zuzzurro e Baldassare e per Benito, il pastore dormiglione. Mi ripeteva: “Non fare come Benito, perché chi dorme non piglia pesci”. Tornando tra i vicoli di San Gregorio Armeno a Napoli ho ritrovato i miei presepi preferiti, anche se non mi entusiasma troppo il folk che fa a cazzotti con la religiosità. Per una statuetta di Barack Obama, divo del presepe 2008, mi hanno chiesto quasi 400 euro. E se Eduardo De Filippo ritornasse con l’assillo “Te piace ‘o presepio?”, cosa risponderei? Mettendo le mani in saccoccia, mi convincerei che anche l’artigianato locale è diventato un bene di lusso.