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Su Twitter i pendolari incazzati vittime di Trenord, vergogna della Lombardia e dell’Italia tutta!

Trenord Victims su Twitter

Rosario PipoloLa moglie chiese al marito macchinista: “Caro, domani a che ora metto la sveglia? Su quale linea sei?”. E lui rassegnato: “E chi lo sa. Faccio jogging per tutta la Lombardia alla ricerca del treno che guiderò”.
Il bimbo chiese alla mamma capotreno: “Mamma, te li hanno dati i turni a lavoro? Mi raccomando per la vigilia di Natale. Cerca di essere a casa prima che arrivi Babbo Natale. Gli ho chiesto un regalo speciale per te”. E la mamma rise per non piangere.
I due fratellini telefonarono ai due pendolari: “Nonni cari, come siamo felici. Venite a trascorrere l’ultimo dell’anno a casa con noi”. E i due nonni: “Per arrivare da Mantova a Milano potremmo impiegare anche un paio di giorni. Rischiamo di vederci nel 2013”. I due nipotini, dopo una rapida consultazione, replicarono: “Nonni cari, non scoraggiatevi. Portatevi dietro un panettone e una bottiglia di spumante. Almeno brindate sul treno”.

Quelle che sembrano tre storielle surreali fotografano alla perfezione l’incazzatura dei pendolari in Lombardia, la regione che ha sempre vantato di avere un trasporto regionale ferroviario simile alla Germania. Lo slogan è:“Grazie, Trenord! Che bella sorpresa natalizia ci hai preparato”.
Siamo in Italia, ahimè, e così nonostante l’intercessione di S. Ambrogio, le brutte sorprese continuano a portare all’esasperazione migliaia e migliaia di persone che ogni giorno usano il treno per spostarsi, tra ritardi assurdi e cancellazioni su tutta la rete ferroviaria regionale. Dopo un barcone di soldi per il nuovo software per la gestione dei turni di tutti i lavoratori, il sistema informatico continua a dare i numeri e manda tutto in tilt.

Ci chiediamo: Come è possibile che sia accaduto una cosa simile? Come saranno risarciti i pendolari che in questi giorni stanno impiegando il triplo del tempo per raggiungere la destinazione? Perché il sistema informatico non è stato testato ed è stato lanciato in concomitanza con il nuovo orario delle ferrovie?
In questi giorni c’è solo da salire e scendere dai treni per raccogliere storie e vicende di uomini, donne, studenti che stanno vivendo l’incubo di un viaggio in treno. Potete sempre lanciare lo sfogo su Twitter usando #trenordvictims o indirizzandolo all’account specializzato in materia @trenordvictims.

Dovremmo chiedere aiuto a Dylan Dog, perché forse solo l’indagatore dell’incubo potrebbe aiutarci a trovare una risposta. Nel giro di qualche giorno il sistema ferroviario del Nord Italia è diventato la vergogna del Belpaese, non solo agli occhi delle altre regioni, ma anche a quelli del resto dell’Europa. E questa volta le giustificazioni di manager e politici non stanno né in cielo né in terra, nonostante tiri già aria di campagna elettorale.

  Treni, pendolari tartassati anche dal software

 Trenord e l’inferno sui binari… Passeggeri in ostaggio sul treno Milano-Luino

Diario da Parigi, in tilt per una spruzzata di neve

Parigi è Parigi, anche sotto la neve. E così una toccata mordi e fuggi per lavoro è stata un’opportunità per godermi dal taxi la Ville lumière in piena atmosfera natalizia. Ho visto meno addobbi e illuminazioni del solito. Sarà mai una campagna di risparmio energico per evitare che i nostri cugini d’oltralpe si facciano le festività a lume di candela? I quotidiani francesi annunciano un possibile black out. Se giovedì scorso pochi centimetri di neve hanno mandato in tilt l’aeroporto Charles De Gaulle, figuriamoci la mancanza totale di elettricità! Chi viaggia mette in agenda i ritardi a causa del maltempo, ma non 6 ore di attesa per l’indecente gestione areoportuale. Poco prima di partire per Milano, non c’erano i bus per portarci all’aereo. Insomma, ho scoperto che, dopo una certa ora, non ci sono più autisti a sufficienza. E le emergenze? Ad un tratto la situazione è diventata surreale con gruppi di passeggeri, sballottati da un gate e all’altro. Mentre mi divertivo a guardare i più furiosi, raccoglievo qualche testimonianza. “Lo so che il mio nome in italiano è davvero buffo”, mi ha sussurrato Salma. Figlia di algerini emigrati trenta anni fa a Rouen (la città di Flaubert e Corneille!), io e questa simpatica studentessa universitaria abbiamo condiviso alcune sequenze della Battaglia di Algeri, il film del compianto Gillo Pontecorvo che osò per primo raccontare questa sanguinosa indipendenza. Abbiamo parlato di immigrazione nei giorni in cui il governo di Sarkozy si interroga sull’identità nazionale! Poi Salma si è dissolta in aereo col suo minuscolo bagaglio, dietro il desiderio di raggiungere al più presto l’Italia per un fine settimana con le amiche bolognesi. Su quell’aereo , in piena notte, eravamo tutti stravolti. Alla mia destra c’era il mio capo che dormiva, con quella stessa serenità che aveva trasmesso a telefono al figlio qualche ora prima. Il desiderio di riabbracciare il suo cucciolo mi ha dato la sensazione di trovarmi in una pallina di neve, il tipico souvenir con cui puoi sempre agitare un ricordo: mi sono rivisto tredici anni fa in un treno notturno che mi portava da Parigi nel Sud della Francia e mia zia Santina sull’uscio della porta lì a rimproverarmi: “Sembri uno zingaro, buttati subito nella vasca da bagno e restaci fino a domani”. I ritardi servono per smuovere i ricordi e farli scivolare su uno spruzzo d’inchiostro: “Cara zia Santina, mi manchi. Parigi è cambiata, ma io sono sempre lo stesso, un vagabondo in giacca e cravatta”.

I peggiori treni d’Europa: deragliamento tra Bologna e Firenze

trenoblog

Rosario PipoloAbbiamo i peggiori treni d’Europa e dobbiamo farcene una ragione. Deraglia un treno merci tra Bologna e Firenze, e tutte le linee ferroviarie vanno in tilt. Nessuna garanzia per i viaggiatori perché è da ieri che chi attraversa lo stivale è destinato a ritardi imprecisati. Ieri Trenitalia aveva assicurato che oggi la situazione sarebbe tornata alla normalità. Peccato che questa mattina alla Stazione Centrale di Milano venivano annunciati altre soppressioni. Persino la costosa Alta Velocità,  fiore all’occhiello delle Ferrovie italiane, è vanuta mena dopo numerose cancellazioni.  Che ridere il motto “Io viaggio intelligente, scelgo l’Alta velocità”. Basta fare un clic sul sito www.viaggiatreno.it per verificare quanto già siano in ritardo i treni partiti da Milano tra le 6.30 e le 8 di questa mattina. E i passeggeri? Li stanno trattando come  un carro bestiame. Nella tarda mattinata un treno si è fermato a Bologna e  pare che la morale della favola sia diventata “adesso arrangiatevi voi!”.  Sono insorte le associazioni dei consumatori e c’è chi minaccia l’apertura di un’inchiesta. Tanto poi torna tutto come prima e i viaggiatori italiani sono condannati ai peggiori disservizi d’Europa. Piuttosto interroghiamoci su come mai ci siano ancora vagoni merci messi in circolazione senza le dovute precauzioni!

Treni AltaVelocità, che figuraccia!

FRECCIA ROSSAE’ una vita che facciamo questo benedetto conto alla rovescia per i treni ad alta velocità. Tanta attesa per niente. L’amministratore delegato delle FS Mauro Moretti avrebbe fatto di tutto per convincere gli italiani che adesso è più conveniente viaggiare in treno che in aereo. La Freccia Rossa ha fatto subito ritardo: nella tratta Roma-Napoli l’attesa è stata così estenuante che i passeggeri hanno protestato. E poi alla faccia delle tariffe flessibili. Milano-Napoli in AltaVelocità costa davvero un occhio della testa. Inizia adesso il lungo calvario dei pendolari, che si sono visti tagliare diverse tratte locali per dare spazio ai treni supersonici. Insomma, qui si tratta di sganciare soldi e rassegnarsi a diventare “pendolari di lusso”? Per fortuna c’è Internet, l’ultima spiaggia della democrazia e la rivolta parte proprio da siti come www.pendolari.org o www.ilpendolare.com. In Lombardia stringono i denti e sono pronti a bloccare la Freccia Rossa se non si prendono i dovuti provvedimenti. Nel Belpaese tutto sta diventando un bene di lusso e i nostri vagoni si fanno strapagare per un servizio che non c’è. Una volta ho litigato con un controllore, che mi ha detto di non lamentarmi perché nei Paesi dell’Est la situazione era disastrosa. Le Ferrovie dello Stato dovrebbe dire ai dipendenti di non parlare “a vanvera” perché i collegamenti locali in nazioni come Polonia o Ungheria ci sorpassano di gran lunga!