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Amici, supersfida da Torino con gli spasimi di Valerio Scanu

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Rosario PipoloFacendo zapping in tv, ho captato fragorose urla di una folla di ragazzine infuocate. Credevo fosse la messa in onda di un vecchio concerto dei Beatles all’Hollywood Bowl. Ahimé, mi sono sbagliato! Era il delirio per la supersfida di Amici , trasmessa su Canale 5 da Piazza San Carlo a Torino. Un bella mossa strategica della regina mediatica Maria de Filippi che continua a trainarsi dietro la folla dei teenager. Si prepara ad affrontare una nuova stagione  il talent show più appetibile dal punto di vista pubblicitario. Vi confesso che rabbrividisco a vedere una scuderia della discografia italiana che acclama gli spasimi musicali e uterini di un Valerio Scanu o dice “brava, brava, brava” a Giulia Ottonello per le orribili cover della Streisand People e Memory. Amici continua a distrarre i nostri discografici: purtroppo il settore è in crisi – ha chiuso i battenti pure l’ultimo Virgin Mega Store newyorkese – e così si corre dietro a tutto finché c’è aria di business, rinunciando ai veri talenti che l’Italia musicale mortifica.

La Rai dice no ad Adriano “il molleggiato”

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Al di là delle baruffe chiozzotte tra digitale terrestre e l’uragano Sky, la televisione generalista deve prendere una sua posizione sui prossimi palinsesti autunnali. Perché? Rabbrividiamo al pensiero di rivedere sul piccolo schrmo le solite “cagatine” tappabuchi. La Rai, ad esempio, dice addio alla rituale “Domenica In”, ma non ci priverà dell’inciucio del Belpaese condotto da Massimo Giletti o di Super Pippo, che non ci pensa proprio a mettersi da parte. Adesso il vero incomodo è Adriano Celentano perché con lui c’è poco da scherzare: o lo si ama o lo si odia! Niente show autunnale per il molleggiato perché pare che la tv pubblica  faccia acqua da tutte le parti. E poi i vertici di viale Mazzini fanno sapere che la trasmissione “era solo un’idea”.  Mi pare di capire che Adriano costi 2 milioni di euro a serata. Chi ha il coraggio di sostenere che questo sia un cachet basso? I profeti e gli intelettuali cerchiamoli altrove, senza spillare soldi dalle casse della moribonda tv pubblica!

Download, il Partito dei Pirati sbarca al Parlamento Europeo

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Nel nostro conformismo elettorale non ci sarebbe stato spazio per una provocazione bizzarra simile, ma in Svezia sì. Il popolo del web può gioire perchè adesso il Partito dei Pirati svedesi ha il suo scranno al Parlamento Europeo. Download sì o download no? La filosofia della rete è una sola: condividere senza limiti.  Nel Nord Europa c’è aria di rivolta. Capisco che bisogna tutelare il diritto d’autore, ma se continuiamo così rischiamo di finire ai tempi della gestapo. Gli obiettivi del leader “maximo” Christian Engstrom sono tre:  tutelare la privacy di chi scarica o condivide in Internet e formulare una nuova legge sul diritto d’autore, che dovrebbe durare cinque anni (la vedo dura!). A seguito delle proposte lunatiche in materia del nostro governo, cosa accadrebbe se in Italia spuntasse una filiale del partito svedese? Potrebbe essere ragionevole per salvare il web da una certa bigottagine mondana! Persino la Francia di Sarkozy lo ha capito, costretta a fare il dietrofront sulla legge anti peer-to-peer!

Debora Serracchiani, superstar delle elezioni 2009

serracchiani150Vincitori e sconfitti tirano fiato a qualche giorno dalla tornada elettorale. Peccato che i big della politica italiana non si siano accorti di una donna, la vera rivelazione di queste elezioni. Debora Serracchiani non è né una velina né la “strafiga” di turno, ma una ragazza friulana con idee fresche che ci lascia una speranza: nel Belpaese la politica si può fare ancora fuori dai palazzi e dalle corti, a patto che si guardi ad una nuova classe dirigente. Ha ottenuto 74.000 voti, superando nella sua regione pure l’imbattibile Silvio Berlusconi. Debora ha una carta vincente: non ha peli sulla lingua. Ha avuto il coraggio di bacchettare la classe dirigente del suo moribondo PD ed ha investito sul web. Sì, la Serracchiani ha infiammato gli animi della rete, diventando l’eroina di Facebook e di altri social network. Il popolo del web avrà una posizione sempre più strategica nelle prossime campagne elettorali. E che Internet diventi una nuova agorà per riflettere e scegliere,  contrastando così “er solito magna magna” della politica italiana.

Napoli, Luigi Cesaro butta giù dal trono Bassolino e Iervolino

palazzo matteotti150La fine del Vicerè Antonio Bassolino è un dato di fatto. Dopo lo scandalo della “monnezza”, finisce un’epoca per l’imperatore così come per “la lady di ferro” della vecchia Balena bianca, che racimolava voti parocchia per parrocchia. La vittoria di Luigi Cesaro alle elezioni della Provincia di Napoli segna un passaggio epocale nella politica territoriale e non è legata al partito che lo rappresenta. Gigino – così lo chiamano gli amici appassionati – sarebbe arrivato a Palazzo Matteotti ugualmente, anche se fosse stato candidato in una lista civica. I napoletani hanno capito che bisogna rimboccarsi le maniche, puntare alla persona e mettere da parte anche il colore politico se è necessario.  Mentre il neo Presidente offre all’avversario Nicolais un assessorato, tacciono quelli con la puzza sotto il naso:  per alcuni il politico santantimese era “il paesano della provincia” che si è fatto strada “inviando mozzarella di bufala” a Palazzo Chigi. Adesso è l’ora del riscatto in una realtà complicata e piena di contraddizioni, dove però non può essere sempre tutto “malavitoso”. 

Elezioni, crolla il Pdl e l’Italia preferisce l’astensionismo

votazioni_anteprima150Non è servito neanche l’intervento salottiero a Matrix, in chiusura di campagna elettorale, per far salire in vetta Silvio Berlusconi. Il Popolo della Libertà perde colpi ed è un dato da sottoporre a tutti “gli uomini del Presidente”. Troppe divisioni, inutili polemiche  e qualche gossip di troppo, mentre gli italiani sono così sfiduciati da non andare a votare. Quali alternative per la politica italiana? Nessuna a parte che anche il PD sprofonda, Bossi avanza e Di Pietro raddoppia. I voti vanno qui e lì. Il Belpaese, stufo della sceneggiata “Noemi”, si barcamena davvero alla ricerca di nuovo leader? I risultati vorrebbero dare un’alternativa al berlusconismo. Qualche sorpresa c’è e viene dal web: l’Italia vuole volti giovani in pole position e lo dimostra la friulana Debora Serracchiani, che grazie alla spinta di Intenret si porta a casa più di 70.000 preferenze e supera pure il Cavaliere.

Napoli, Totò e l’oltraggio al cimitero cittadino

tomba150Ha destato scalpore la notizia di alcuni giorni fa del furto dello stemma nobiliare sulla tomba di Totò. Nessuno si sarebbe mai aspettato che i napoletani oltraggiassero il luogo dove riposa il Principe del sorriso. Per fortuna l’oggeto è stato ritrovato, ma Liliana De Curtis picchia duro e minaccia di chiudere il sepolcro. Comprendo l’indignazione e la rabbia, ma privarci di porgere il nostro omaggio a questo grande artista sarebbe un grave errore. Piuttosto bisognerebbe mettere in discussione la pessima gestione del cimitero da parte del comune di Napoli.  E non mi riferisco soltanto all’area del monumentale, ma anche a quella del “cimitero vecchio” tra Poggioreale e la Doganella. Ci sono passato alcuni giorni fa a visitare i miei nonni e ho ritrovato alcune zone totalmente abbandonate. A questo punto mi chiedo: non è forse più “oltraggioso” il totale disinteresse da parte delle istituzioni locali e la strafottenza di alcuni dipendenti a tutelare lo storico cimitero cittadino? Eduardo De Filippo aveva ragione a sostenere che “i vivi fanno più paura dei morti”. In questo caso, aggiungerei infangando la memoria dei nostri cari defunti!

Battibecco all’italiana, si salvi chi può!

blog150Si salvi chi può da questo vortice mediatico che trasforma politici in orchi da minorenni. Chi se ne frega di votazioni, di cosa ne sarà dell’Italia alle prossime Europee o degli sbalzi d’umore della Corea del Nord. L’importante è ficcare il naso nel cortile e vedere che aria tira: due direttori di giornale che si azzuffano in tv sul gossip politico-pubblico-familiare del momento, dimenticando che qui nessuno è santo e che l’Italia dell’editoria è fatta di “padrini” e “padroni” senza eccezioni.  Si salvi chi può dai leader imprudenti che non pensano prima di parlare, offendendo e tirnado in ballo persino la figliolata dell’avversario politico.  E mentre una coppia di giornalisti italiani prosegue sulle vecchie orme di Woodward e Bernestein del Washington Post per innescare il “Watergate italiano”, il rebus del gossip si fa più complicato. Dopo il fidanzato, spunta “la zia” della dolce pupilla e l’intrigo diventa al gusto di soap opera. Ci sarà ancora qualcuno di buonsenso con il coraggio di distaccarsi da questa sceneggiata? Il gossip dilagante non serve a farci star meglio. Le nostre tasche sono sempre più vuote e all’estero continuano a ridere di noi.

Il sogno di un veneto al Castello di Bevilacqua

castello150Continua a piacermi l’idea di vagabondare in posti minuscoli dello stivale italiano alla ricerca di storie da raccontare, dei sogni di piccoli uomini. Come quello di un imprenditore veneto che quasi venti anni fa ha visto il rudere di un castello e se ne è innamorato. Gabriele Cerato non ha pensato di restituirgli una seconda vita per viverci con la sua famiglia, ma per condividerlo con gli altri. Oggi il Castello di Bevilaqua è una delle location più suggestive del padovano,  a pochi passi da Montagnana. Pernottando lì ho capito che le atmosfere fiabesche possono stare anche ad un passo da casa tua, basta cercarle. Al di là delle leggende, non ci sono fantasmi, ma solo una memoria storica di più di 700 anni. Il sogno di quell’anziano signore veneto è rimasto in eredità a Roberto Iseppi e sua moglie Miresi che gestiscono il castello di Bevilacqua con ragguardevoli riscontri. Oltre ad apprezzare l’audace arte culinare dello chef, mi ha colpito la vera anima di questa coppia castellana: aprire la location a tutti, anche per una semplice visita monumentale. Un’amica insegnante alle elementari mi ha raccontato di aver portato la classe. Gli alunni sono rimasti entusiasti. Qui la questione è un’altra. A rendere fiabeschi gli scenari non sono i luoghi, ma soprattutto le persone. E il sogno di quel signore veneto aleggia ancora tra le mura perché è la memoria di Gabriele Cerato a custodire la magia di quel castello nel padovano! 

Noemi Letizia, nuova “velina” del reality del Belpaese

noemi-letizia150Fino a qualche mese fa quando si digitava il nome “Noemi” su Google, veniva fuori la vincitrice morale di X Factor: Veronica Scopelliti in arte Noemi. Certo che se la brava vocalist del talent show di Raidue avesse saputo cosa sarebbe accaduto da lì a poco, forse avrebbe optato per un altro nome d’arte. Il nome di Noemi è finito sulla bocca di mezza Italia, ma riferendosi a Noemi Letizia, la pupilla di Silvio Berlusconi che ha scatenato un vera e propria bufera. Se ne sono dette di tutti i colori in rete e la pagina di Facebook “Berlusconi rispondi!” ha già superato i 65.000 iscritti : è figlia naturale del Premier o è un’altra delle solite infatuazioni, colpevoli di aver messo fine al matrimonio con Lady Veronica? Inoltre, pare che l’ex ragazzo di Noemi abbia rivelato notizie scottanti al quotidiano La Repubblica, che hanno fatto inviperire la famiglia.  Mentre l’Italia continua a star dietro a questo gossip gigante, io mi chiedo: perché sprecare pagine intere di giornali con foto ed interviste dedicate a Noemi Letizia? Per vendere qualche copia in più o far finta che sia tutto un complotto per spodestare re Silvio dal suo trono? E poi fanno bene a prenderci per culo all’estero, perché in procinto di nuove elezioni politiche il Belpaese si distrare volentieri sulla gobba dell’inciucio!