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C’entra la Parrocchia di Paperino con la morte del piccolo Franco?

Maledetto inizio d’estate con i suoi sbalzi d’umore meteo. Se non fosse stato per il caldo minaccioso, forse il piccolo Franco non avrebbe perso la vita. Dopo tutto cosa c’era da stare in pensiero? Una delle tante gite parrocchiali lì sul monte Calvana, a pochi passi da Prato.
Eppure è accaduto e adesso tocca alla Parrocchia di Paperino rispondere. In Italia ci sono migliaia di operatori “volontari” che dedicano il proprio tempo alle attività parrocchiali, agevolando l’integrazione di tanti ragazzini che resterebbero ai margini. Questo non è il caso di Franco, 11 anni, morto per un arresto cardiaco.

I partecipanti all’escursione, in cui c’è scappato il morto, dicono di aver camminato tanto, sotto il sole. Adesso è inutile peccare di pressapochismo puntando il dito contro il parroco o gli accompagnatori, però neanche possiamo cavarcela – come farebbe qualche penna della stampa cattolica – invocando una preghiera per la vittima innocente. Se fosse accaduto in una scuola avremmo chiesto giustizia. Cosa si fa in questo caso? Omicidio colposo, sì o no?

Ripartiamo da un punto: organizzare una gita fuori porta non è l’attività più banale di questo mondo. Dovrebbero esserci delle precauzioni logiche, come essere sicuri che i partecipanti non abbiamo particolari patologie. Per questa o altre faccende non è la suorina di turno che se ne deve preoccupare.
Gli errori grossolani si commettono anche nel corso di un’escursione: la primavera scorsa mi è capitato di vedere un gruppo di scolaretti camminare sul ciglio di una provinciale come se fossero in spiaggia così come tempo prima un gruppetto di boy scout sull’orlo di un precipizio, senza destare l’attenzione degli accompagnatori.

Parrocchia o non parrocchia, bisogna seguire un percorso affinchè una bella giornata non diventi una tragedia dolorosa. La Diocesi di Prato faccia una riflessione in materia di prevenzione e sicurezza assieme a tutte le Diocesi d’Italia. Chi ha sbagliato si assuma le responsabilità, perché il piccolo Franco non tornerà più tra le braccia di mamma e papà. Per una volta mettiamo da parte preghiere, rimpianti o rimorsi.

  Gita Tragica in Calvana

Ustica e lo Stato che non vuol pagare: I panni sporchi si sciacquano

Non basta rivedere il film “Il muro di gomma” di Marco Risi o cazzeggiare in rete per capire quanto pesino le frottole ambulanti intorno al mistero di Ustica. Bisognerebbe farsi fare un abito su misura con tutti i ritagli di giornale di una trentina d’anni fa, quando quell’aereo in volo da Bologna a Palermo scomparve in cielo come in un film di fantascienza. Avremmo dovuto chiedere in prestito agli americani i Fantastici 4 per andare giù a fondo a quest’altro mistero italiano che, assieme alle stragi di piazza Fontana, di piazza della Loggia, della stazione di Bologna e il rapimento di Aldo Moro, chiude il girotondo intorno alle “incompiutezze” della Prima Repubblica.
Il Tribunale di Palermo fa tornare a parlare della strage di Ustica e di 81 vittime innocenti: punisce i Ministeri della Difesa e dei Trasporti per “negligenza e omissioni della verità” con una multa da 100 milioni di euro. Una cifra sciocca e di scarso valore morale visto che in questo lungo tempo la verità non è mai saltata fuori. No, anzi si è solo sciolta come un ghiacciolo al sole, mentre la roulette gira tra Libia, Francia e Stati Uniti.
E lo Stato che fa? Lo aveva predetto Faber tra i versi della sua Don Raffaè: “Prima pagina venti notizie ventuno ingiustizie e lo Stato che fa si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”. Nessuno vorrebbe essere nei panni dei parenti delle vittime, costernate da un dolore straziante. Peggio ancora è vestire i panni di chi rappresenta lo Stato italiano e si prepara a “far ricorso contro la sentenza” perché la ritiene “inaccettabile”.
Pur di non indossare i panni sporchi, è più dignitoso andarsene in giro “in mutande” e finire sulla prima pagina di un giornaletto parrocchiale per “oltraggio al comune senso del pudore”.

  Ustica, sentenza choc: nessuna bomba sul DC9…

  Associazione parenti delle vittime

  Quella maledetta estate di Giovanni Minoli