Diario di viaggio

Tallin, compagna taciturna dai piccoli particolari

Arrivando a Tallin, capitale dell’Estonia, mi ha colpito l’atteggiamento della maggior parte degli abitanti: cordiale nei confronti del turista, ma allo stesso tempo riservato e taciturno. In questa terra baltica ho avvertito in maniera prepotente la presenza sovietica. Del resto siamo ad una manciata di chilometri dal confine con la Russia. Ho dovuto calmare i miei bollenti spiriti che mi suggerivano di spingermi fino a San Pietroburgo. Chiacchierando con un passante nel centro storico, mi ha rassicurato che c’é qualche “capoccione” russo intenzionato a far abolire il visto. E sia benedetto, chiunque sia! In una mezza giornata vi girate tutto il centro storico, mettendo in conto il rischio di interrogarvi: “Che cosa ci sono venuto a fare?”. A noi italiani se non offrono su un vassoio d’argento un piatto di spaghetti e un bella opera d’arte, col cavolo che parliamo bene di quella città. L’italiano medio all’estero è critico e piagnucoloso, inclinazione che mi fa leggermente “incazzare”. Cosa c’è a Tallin per cui vale la pena ritornare? Minuscole suggestioni e piccoli particolari dello scorrere del tempo che ci sono sfuggiti di mano. Lì ho apprezzato la piacevole fatica di cogliere la legna per accendere il fuoco; il cammino lento come una tartaruga di una coppia anziana che si scambiava piccole effusioni; una zuppa ai funghi che mi ha riportato alla Masseria dei miei nonni paterni; un imbarazzante litigio tra due uccellini; un canto antico che veniva da lontano. Da Tallin mi riporto a casa un suggerimento: bisogna fermarsi piu’ spesso perchè la nostra vita nella centrifuga della metropoli ci fa perdere le radici del nostro destino. Predico bene e razzolo male. Sulla nave del ritorno, ero già a battibeccare col mio pc!

Passaparola
Rosario Pipolo

Giornalista e Communication specialist. Una Laurea in Lingue straniere con lode all'Università Federico II di Napoli e una specializzazione in Web Communication allo IED di Milano.

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  • E chi ci dice che un viaggio debba esser fatto solo alla ricerca dell'Arte che, più o meno, ci appartiene?
    Talvolta, se non la si coglie con la giusta predispsizione all'emozione, anche un 'opera d'arte può risultare sterile.
    E poi l'Arte può penetrare grazie a vari solchi: basta percorrere quello giusto, e al momento giusto.
    E chi può dire che non sia un meraviglioso spettacolo d'arte quello che la natura offre,ad un certo punto, e in un certo luogo...

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