“In questi giorni avverto una strana sensazione di impotenza dinanzi a cotanta indifferenza, a scuola tutti proseguono per la loro strada come se nulla accadesse, qualcuno sibila un piccolo e rassegnato “mamma mia”. Personalmente ho una rabbia tremenda, è stato già difficile accettare che nonostante la fatica, l’impegno, non ho potuto fare il tanto ambito scatto sociale: io figlia di un autista dell’Atan con madre casalinga e proveniente da una cittadina di periferia non ho mai sognato di diventare ricca. Anzi ricordo le battaglie al liceo quando il prof mi replicava che l’insegnamento mi avrebbe relegato ad una vita di stenti. Io ostinatamente urlavo la mia voglia di dedicare l’esistenza alla conoscenza esplorata ma anche tramandata, speravo al contempo di non condurre una vita tanto sacrificata, mi dicevo tra me e me che comunque avrei avuto un lavoro,ambivo,forse ingenuamente, ad entrare nella così detta classe media, quella che poteva permettersi le vacanze, il cinema ed una pizza al sabato sera.
Oggi a 34 anni, sono insegnante, mio marito è capo stazione, ho due bimbi, un mutuo trentennale per un alloggio di 80 metri quadri. Non posso certamente andare al cinema neanche una volta al mese, abbiamo una piccola utilitaria e ringrazio già Dio perché posso pagare le attività sportive ai bimbi e fare un po’ di mare (in campeggio però!). Poi ad un tratto mi viene chiesto di fare ancora sacrifici. Mi chiedo: o sono l’unica sfigata di Italia che non ha rendite, che ha una famiglia d’origine amorevole, ma che può donarle solo aiuti morali – essendo anche loro solo pensionati a stento ci invitano a pranzo un paio di volte l’anno – oppure qui il Paese è in uno stato remissivo e non si rende conto che l’Italia sta andando alla deriva”.
Caro Presidente Napolitano, mi scuso per la sfacciataggine: ci pensa lei a rispondere a Tania? Io non ne ho né il coraggio né l’autorevolezza. Tania ha un sacrosanto diritto, quello di riprendersi i sogni lasciati al vento.
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Posso solo dirti
grazie ...............
grazie
Temo che il Presidente non risponderà. Se avesse voluto farlo, avrebbe agito. Non avrebbe firmato una manovra economica piccola, di breve periodo e che non risolve niente. L'avrebbe rispedita indietro accompagnata da una letterina in cui chiedeva riforme serie, di lungo periodo, con strategie di sosteno all'economia e alla società, che non strozzasse con altre tasse (più o meno palesi) chi già ha dato e ancora dà tanto alla comunità. Avrebbe chiesto un rigore serio e immediato alla politica, avrebbe chiesto un disegno per il futuro dei giovani del paese che oggi il domani non ce l'hanno (no, presidente, non ce l'abbiamo).
Tania, hai solo pochi anni più di me, ma hai avuto la forza e il coraggio (e forse la fortuna) di farti una famiglia, nonostante tutto. Hai la mia stima e la mia ammirazione. Io, a quasi 29, con una laurea da 110 in tasca, mi devo inventare la giornata. Non mi sono sposata, non ce lo possiamo permettere. Lui lavora nel pub dei genitori perchè il suo lavoro di programmatore qui non serve (quello di cameriere sì, ma solo 4 giorni su 7): se sei autodidatta e hai creatività in Italia non ti assumono (o non ti pagano, che è pure peggio). Non ci possiamo permettere, quindi, neanche il mutuo: ognuno a casa con mamma e papà. Figli, nemmeno a pensarci. Ora come ora, che potremmo dargli? Nemmeno lo stare insieme sotto lo stesso tetto (che dalle mie parti in affitto costa caro e comprarlo nemmeno in 50'anni lo paghi).
Siamo in Italia, a volte penso che se proprio dobbiamo fare i sacrifici tanto vale provare a farli in un altro paese, almeno provarci.
Ma guarda. Mio nonno mi disse che aveva pensato la stessa cosa il giorno che decise di partire per l'Argentina, nel 1949.
La lettera di Tania mi ha commossa...è vero quello che dice ci chiedono sacrifici! e chi li ha fatti sin dalla nascita! che cosa deve fare?...Perchè i nostri politici hanno diritto alle auto blu per far accompagnare le moglie a fare shopping e altro... rispetto ad altri stati più grandi, so che sono il triplo!...mi chiedo perchè i sacrifici li dobbiamo fare solo noi?....la politica è diventata una professione piuttosto che una passione come era all'origine...e poi ci ritroviamo un euro parlamentare, figlio di Bossi con un diploma comprato, che percepisce circa 8 mila euro al mese..... quasi quello che guadagno io in un anno di lavoro...questa è ciò che ci meritiamo?....l'Italia è proprio la terra dei cachi!!!!!!! La scuola pubblica penalizzata per creare scuole private... e formare dei cittadini ignoranti e manipolabili...siamo in un regime!!!!!
Sono un insegnante precaria da tre anni e sto provando a realizzare il mio sogno.. diventare una psicoterapeuta...ogni anno convivo con la stessa paura: chissà se avrò l'incarico per quest'anno?.... alle spalle ho una famiglia che ha fatto sacrifici, ma che non può aiutarmi più di tanto perchè mio padre è pensionato e mia madre è casalinga...quindi chi fa da sè fa per tre!.. è il mio motto! Ma io vado avanti e provo a concretizzare il mio progetto anche con i sacrifici, tanto ci sono abituata!! la mia famiglia sono io... mi inventerò qualcosa e sono pronta a lottare....se vi va: armiamoci e partiamo!!!!! L'unione fa la forza! Maria Grazia
Leggendo i vostri commenti sento ancora più forte la rabbia........mi pervade non riesco a fermarla, non capisco perchè un paese come nostro che ha dato i natali ad illustri personaggi della politica, della letteratura sia divenuto un baluardo del mal affare e della politica scellerata...noi siamo solo le prime vittime di un sistema che imbavaglia l'informazione, che ci deruba dei sogni e delle speranze.......
Anni fa il mio parroco, don Gennaro Pascarella, parlandomi della parabola dei talenti mi disse che ognuno di noi aveva il diritto doveri di approfondire il proprio talento ed usarlo per il bene comune....credo ancora in quelle parole e forse da esse traggo la forza per continuare adinvestire nel mio futuro, nel futuro dei miei figli.Non nascondo che la voglia di andare all'estero spesso mi assale, ma amo troppo la mia terrra per poterla abbandonare, è già così difficile vivere distante da Napoli figuriamoci dall'Italia, però credo che sia ora di far sentire la nostra voce, la voce dell'italiano che ogni giorno lotta per realizzare il proprio sogno, la voce dell'italiano onesto che crede ancora nella Stato come istituzione, per cui scriviamo, raccontiamo devono ascoltarci prima o poi.........